L’attività fisica migliora il metabolismo ancora più di quanto finora creduto

Di bene in meglio

L’attività fisica migliora il metabolismo ancora più di quanto finora creduto

Uno studio effettuato su un gruppo estremamente omogeneo di persone ha permesso di misurare gli effetti dell’allenamento indipendentemente da altri fattori come l’età, la dieta o lo stile di vita. Tanti i benefici e superiori a quelli fino a oggi immaginati

di redazione

Pensavamo facesse bene. Molto bene. Ma ora scopriamo che fa ancora meglio. L’esercizio fisico è ancora più salutare di quello che si immaginava. Gli effetti sul metabolismo del movimento sono superiori a quelli che la scienza ha dimostrato finora. Lo sostengono gli autori di uno studio pubblicato su Cardiovascular Research, rivista dell’ European Society of Cardiology (ESC).

Per la prima volta infatti i ricercatori sono riusciti a calcolare i vantaggi specifici dell’allenamento isolandoli da altri fattori che potrebbero influenzare i risultati, come la dieta, lo stress, le ora di sonno e l’ambiente di lavoro.

 

Una delle principali sfide degli studi progettati per valutare l’impatto del movimento sul metabolismo è quella di escludere dallo scenario  gli elementi cosiddetti “confondenti” tra cui rientrano anche l’età, il genere, il peso, lo stile di vita, il consumo di alcol e il fumo. 

«Il nostro obiettivo per questo studio era quello di ovviare a questi limiti studiando gli effetti dell’esercizio in condizioni controllare rilevando in questo modo l’impatto reale sull’organismo», hanno dichiarato i ricercatori. 

Per ottenere una valutazione il più possibile oggettiva, i ricercatori hanno reclutato per la sperimentazione un gruppo di persone estremamente omogeneo: 52 soldati della stessa età, con analoghe condizioni fisiche, che condividevano lo stesso ambiente di vita e di lavoro, seguivano la stessa alimentazione e gli stessi orari di sonno-veglia. Tutti i militari seguivano anche lo stesso programma di allenamento. 

L’esercizio fisico incide sull’attività del metabolismo cambiando il modo in cui l’organismo trasforma il cibo in energia ed elimina le sostanze di scarto. I metaboliti, le sostanze prodotte dai processi metabolici, sono indicatori importanti delle trasformazioni indotte dall’attività fisica. 

I ricercatori hanno misurato circa 200 metaboliti nel sangue dei soldati prima e dopo un training aerobico e di rafforzamento muscolare durato 80 giorni. Scoprendo eccezionali cambiamenti in molti metaboliti. 

I muscoli allenati bruciavano molto più grasso rispetto a quanto emerso in precedenza. I ricercatori hanno anche catturato altri elementi associati all’esercizio fino a oggi ignorati: sono stati osservati benefici nell’attività intestinale, nella coagulazione del sangue, nel metabolismo delle proteine, nell’ampiezza dei vasi sanguigni e nella capacità di scorrimento del sangue. 

«I benefici dell’esercizio fisico nello stimolare il metabolismo vanno oltre agli effetti positivi sulla pressione sanguigna, sulla frequenza cardiaca, sulla forma fisica, sul grasso e sul peso. I nostri risultati confermano il ruolo centrale dell'esercizio nella prevenzione delle malattie cardiovascolari», scrivono gli autori dello studio.

Dall’analisi è emerso che i partecipanti che avevano beneficiato meno del programma di allenamento avevano una concentrazione maggiore nel sangue di alcuni metaboliti chiamati DMGV che sono influenzati dai geni e dalla dieta. 

Un’alimentazione ricca di zuccheri ne provoca un aumento, mentre un regime alimentare a base di verdura e fibre ne riduce la quantità. 

La misurazione dei DMGV può aiutare a riconoscere le persone che necessitano di ulteriori strategie di intervento oltre all’attività fisica per ridurre il rischio cardiovascolare.  

«Questi risultati mostrano che la risposta del metabolismo all’esercizio fisico è molto più profonda di quanto riportato in precedenza. I risultati aumentano la nostra conoscenza sui benefici diffusi dell'esercizio fisico sul metabolismo e rivelano per la prima volta la vera portata di questi effetti. Ciò rafforzala necessità di considerare l’attività fisica come parte critica dei programmi di prevenzione delle malattie cardiovascolari», scrivono i ricercatori nelle conclusioni.