Su Facebook non mentire. Essere se stessi rende più felici

Il consiglio

Su Facebook non mentire. Essere se stessi rende più felici

Uno studio su Nature Communications invita a mostrarsi su Facebook senza filtri. Se il profilo social è coerente con quello della realtà si è più felici. L’onestà si traduce in benessere psicologico

di redazione

“Posta te stesso”. Le massime filosofiche si aggiornano e si adeguano ai social media. Il “conosci te stesso” di socratica memoria non basta più: il segreto per stare bene oggi è mostrarsi su Facebook per quello che si è nella vita reale. Secondo uno studio appena pubblicato su Nature Communications infatti i profili autentici garantiscono un benessere psicologico che la finzione non può assicurare. 

Insomma, la sincerità paga. Chi pensava di sentirsi meglio consegnando ai social un’immagine di se diversa, più glamour, più popolare, più trendy, più magra, più atletica, più fortunata ecc… dovrà ricredersi.

Molto meglio mostrarsi senza filtri.

I vantaggi dell’onestà sui social sono emersi da una analisi dei dati di più di 10mila utenti di Facebook raccolti tra il 2007 e il 2012.  

L’esperimento è stato ben congegnato. I partecipanti sono stati sottoposti ai test psicologici per la valutazione della personalità e sono stati classificati in base ai 5 tratti distintivi del carattere (Big Five): estroversione-introversione, gradevolezza-sgradevolezza, coscienziosità-negligenza, nevroticismo-stabilità emotiva, apertura mentale-chiusura mentale. 

Questi risultati sono stati poi confrontati con quelli ottenuti da un software sulla base dei contenuti postati su Facebook. L’algoritmo era in grado di riconoscere il tipo di personalità associata alle immagini o al linguaggio usato sul social network. 

Il benessere psicologico degli utenti di Facebook è stato misurato su una scala di valutazione chiamata Life Satisfaction. 

Ebbene, indipendentemente dal tipo di personalità, quando i due profili psicologici (quello del test e quello del software) coincidono il livello di soddisfazione per la propria qualità di vita è più alto.  

Il risultato è stato confermato da un secondo esperimento. Gli scienziati hanno reclutato 90 ragazzi di 23 anni e li hanno invitati a mostrarsi su Facebook alternando sincerità e finzione. Ebbene, dopo aver condiviso con i propri amici virtuali immagini e testi coerenti con la propria personalità i ragazzi ottenevano punteggi più alti nei test di autovalutazione del proprio benessere rispetto a quando mostravano un’immagine di sé idealizzata e lontana da quella reale. 

«I nostri risultati suggeriscono che se gli utenti si impegnano a mostrare se stessi sui social media, possono esserci benefici psicologici associati all’autenticità», dichiarano gli autori dello studio suggerendo che gli effetti dei social sulla salute mentale dipendono molto dal modo in cui questi strumenti vengono usati. 

Lo studio però, per ammissione degli stessi autori, non arriva a dimostrare che Facebook, se usato bene, può rendere felici. 

Il vantaggio psicologico osservato dai ricercatori è piuttosto limitato. Neanche minimamente paragonabile alle altre tradizionali fonti di felicità: i soldi, la salute, i rapporti sentimentali. 

Inoltre resta da chiarire se chi è onesto su Facebook sia più felice di una persona che non usa affatto i social. Quel che per ora si può affermare è che chi posta se stesso è più felice di chi posta una versione idealizzata di se stesso. Niente di più. 

«Molti hanno ipotizzato che l'artificialità dei social e la loro

la tendenza all'auto-idealizzazione può essere dannosa per il benessere dell'individuo. I nostri risultati suggeriscono che gli effetti benefici o dannosi dipendono dal modo in cui si utilizzano per esprimersi», concludono i ricercatori.