A Boston per studiare il linfoma, all’ematologa Eleonora Calabretta la borsa Gianni Bonadonna

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A Boston per studiare il linfoma, all’ematologa Eleonora Calabretta la borsa Gianni Bonadonna

di redazione

Eleonora Calabretta, giovane ematologa e ricercatrice, si è aggiudicata una borsa di studio di tre anni al Dana-Farber Cancer Institute di Boston nell’ambito della seconda edizione del Bando “Gianni Bonadonna” promosso da Fondazione Gianni Bonadonna, con il Gruppo Prada in qualità di Supporting Partner, e Fondazione AIRC.

Eleonora Calabretta, proveniente dall’Università Humanitas di Milano, ha avviato un nuovo percorso professionale presso il Dana-Farber Cancer Institute di Boston, incentrato sul linfoma diffuso a grandi cellule B, il sottotipo più comune di linfoma non-Hodgkin. Nel progetto, la ricercatrice si focalizzerà sullo studio di nuove firme genetiche tumorali, allo scopo di valutare le potenziali differenze nella risposta a una nuova terapia di combinazione di prima linea, e nel tumore recidivante o refrattario, per definirne le caratteristiche genetiche. 

«La formazione di eccellenze medico-scientifiche è stata una delle direttrici del pensiero e dell’opera di Gianni Bonadonna, che la Fondazione a lui intitolata e che ho l’onore di presiedere è impegnata a perseguire»,  afferma Luca Gianni, presidente della Fondazione Gianni Bonadonna. «Con questo obiettivo è stato istituito il bando per borse di studio all’estero che, dopo due sole edizioni, ha permesso di finanziare importanti prospettive professionali e formative per tre giovani ricercatrici in prestigiosi istituti oncologici internazionali. I risultati di questa iniziativa sono quindi per noi motivo di orgoglio, ma soprattutto un incentivo a continuare ad investire nella crescita dei nostri specialisti oncologi ed ematologi, che hanno dimostrato di avere quello spirito di innovazione che sta alla base dell’evoluzione scientifica».

«La borsa di studio ‘Gianni Bonadonna’ offre una straordinaria opportunità di crescita e specializzazione in un laboratorio internazionale d’eccellenza», sottolinea Federico Caligaris Cappio, direttore scientifico di Fondazione AIRC. «Si tratta di un bando appositamente pensato per giovani medici ricercatori che possono così confrontarsi con la migliore ricerca sul cancro nel mondo per poi tornare nel nostro Paese e mettere a frutto quanto imparato. Il ricambio generazionale dei nostri scienziati è un punto centrale della strategia di Fondazione AIRC. Dedichiamo grande attenzione ai percorsi di formazione dei giovani per i quali abbiamo da tempo avviato un piano progettuale di ampio respiro al quale dedichiamo importanti risorse. Nel solo 2023 abbiamo investito oltre 21 milioni di euro a sostegno dei giovani scienziati, che rappresentano il 55% circa dei titolari di progetti e borse di studio, con l’obiettivo di promuoverne la stabilità e la crescita professionale al fine di garantire la continuità dell’eccellenza della ricerca oncologica del nostro Paese».