Cefalee: chi ne soffre cerca aiuto dappertutto tranne che nel posto giusto. Nasce il primo registro nazionale
L’emicrania distrugge, fa male, è invalidante, difficile da sopportare. Chi ne soffre farebbe di tutto per liberarsene, ma paradossalmente non fa la cosa giusta. Molti pazienti non hanno mai frequentato un centro cefalee, solo il 9 per cento dei 7 milioni di pazienti italiani si è recato dal medico di famiglia per il suo mal di testa. L’8 per cento di chi arriva in un centro specializzato si è recato nei 2 anni precedenti in Pronto Soccorso per un attacco che non riusciva più a controllare. Il 42 per cento ha fatto visite specialistiche non neurologiche che non risolvono questa malattia. Il 90 per cento ha fatto esami diagnostici inutili caricando il servizio sanitario nazionale di spese inopportune mutuabili nella misura del 67-93 per cento.
Questi sono solo alcuni dei dati che emergono dal primo Registro Nazionale per l’emicrania presentato in anteprima all’11° congresso nazionale dell’Associazione Neurologica Italiana per la Ricerca sulle Cefalee (Anircef) che si svolge dal 22 al 24 settembre a Città del Vaticano presso l’Auditorium Conciliazione.
«Nonostante uno straordinario progresso scientifico le collochi tra le patologie neurologiche più studiate e meglio curabili, le cefalee sono tutt’oggi in larga parte misconosciute e neglette. Eppure rappresentano la seconda e più disabilitante patologia del genere umano», ha commentato Piero Barbanti, presidente di Anircef.