Tumore rene: associazione cabozantinib-nivolumab aumenta sopravvivenza

Farmaci

Tumore rene: associazione cabozantinib-nivolumab aumenta sopravvivenza

di redazione

Cabozantinib, in associazione con nivolumab, offre benefici in termini di sopravvivenza e tasso di risposta dopo tre anni nel trattamento di prima linea del carcinoma a cellule renali avanzato, rispetto a sunitinib. È quanto emerge dal follow-up minimo a tre anni, mediano di 44 mesi, dello studio di Fase III CheckMate-9ER i cui risultati saranno presentati all’American Society of Clinical Oncology Genitourinary Cancers Symposium (ASCO GU) dal 16 al 18 febbraio 2023.

Il carcinoma a cellule renali è il più comune tipo di tumore del rene, costituendo circa il 90% dei casi. Se diagnosticato in stadio iniziale, il tasso di sopravvivenza a cinque anni è elevato, ma nei pazienti in stadio avanzato o metastatico all’ultimo stadio il tasso di sopravvivenza è molto più basso, pari a circa il 12%.

«Nonostante i progressi della scienza e della medicina, rimane la necessità di opzioni terapeutiche che possano prolungare in modo significativo la sopravvivenza dei pazienti con carcinoma a cellule renali metastatico, specialmente di quelli ritenuti a rischio più elevato», afferma Mauricio Burotto, Medical Director, Bradford Hill Clinical Research Center, Santiago, Cile. «Dall’aggiornamento dei risultati dello studio CheckMate-9ER vediamo che nivolumab in associazione con cabozantinib prolunga in modo duraturo la sopravvivenza e mantiene i benefici delle risposte rispetto a sunitinib per più di tre anni, indipendentemente dalla classificazione di rischio dei pazienti. Questi risultati confermano l’importanza di questo regime a base di immunoterapia ed inibitore della tirosin-chinasi per i pazienti, oltre che la sua capacità di contribuire a cambiare le aspettative di sopravvivenza per tutti coloro che sono affetti da questa difficile patologia».

Nello studio CheckMate-9ER, i benefici di sopravvivenza globale si sono mantenuti al follow-up di oltre tre anni.  La sopravvivenza globale era significativamente maggiore nei pazienti trattati con cabozantinib in associazione con nivolumab rispetto a sunitinib (49,5 mesi rispetto a 35,5 mesi).