Tumori femminili: il racconto degli uomini che hanno vissuto “a fianco del coraggio”

Il premio

Tumori femminili: il racconto degli uomini che hanno vissuto “a fianco del coraggio”

È un cambio di prospettiva quello proposto dal bando del premio #afiancodelcoraggio promosso da Roche: questa volta sono i mariti, i figli, i padri e gli amici delle donne a raccontare come hanno vissuto la malattia di tante donne coraggiose. Dal racconto premiato uno spot per i cinema

di redazione

La diagnosi è arrivata inaspettata: tumore ovarico, una forma aggressiva difficile da curare. Ma la donna è decisa a mettercela tutta perché sa che il futuro ha in serbo per lei una serie di appuntamenti a cui non vuole proprio rinunciare: prima di tutto c’è il matrimonio della figlia, poi la nascita di un nipote e il suo battesimo e infine le giornate passate a fare la nonna che devono restare nei ricordi della famiglia. Il medico che l’ha in cura le propone di prendere parte alla sperimentazione, ma la strada è lunga e può essere affrontata a un’unica condizione: il marito deve starle sempre accanto. Il suo compito? Impedire che la donna perda il proprio coraggio. 

È così, ricordando questo episodio, che Maurizio de Cicco, presidente e amministratore delegato di Roche in Italia, ha presentato ieri a Roma, nella suggestiva sala di Apollo di Castel Sant’Angelo, il premio letterario “#afiancodelcoraggio", un'iniziativa di sensibilizzazione sui tumori femminili che ribalta la consueta prospettiva: un progetto per le donne riservato però a soli uomini. Questa volta a raccontarsi in prima persona sono infatti gli uomini che hanno vissuto accanto a donne coraggiose il difficile percorso terapeutico. «Abbiamo ideato questo premio per promuovere un cambiamento culturale nell’approccio alla patologia - spiega de Cicco - per questo al bando di concorso possono accedere solo gli uomini: mariti, compagni, padri, figli, e amici che vogliano condividere un racconto di quotidianità, un messaggio che possa colmare questa solitudine e far comprendere che la malattia è un problema della collettività tutta, non solo di colei che ne è affetta». 

L’invito agli uomini a mettere nero su bianco in 2 mila caratteri le emozioni, i ricordi, le paure e le fatiche di un’avventura vissuta in due arriva, tramite un commovente video proiettato all’inizio della presentazione del premio, dall’allenatore di calcio Cesare Prandelli che scelse di rinunciare al nuovo incarico di mister alla Roma per restare fino alla fine a fianco del coraggio di Manuela, sua moglie. «Non abbiate paura dei vostri sentimenti» dice Prandelli, chiedendo agli uomini di forzare la propria indole e regalare agli altri e a se stessi la propria preziosa testimonianza. 

«Noi donne sappiamo qual è il nostro carico anche emotivo nelle famiglie, fa parte della nostra vita, ma è anche per questo che viviamo peggio. Quando è la donna, di solito è abituata ad aiutare, ad ammalarsi  e a dover chiedere aiuto - interviene Batrice Lorenzin, ministro della Salute, intervenuta alla presenteazione del premio - è importante che venga riconosciuto il ruolo di supporto del partner. È bellissimo un premio pensato per chi è accanto alle donne in questo cammino e fa vedere la malattia in un modo diverso». 

Sì, perché il successo di una cura dipende da vari fattori. In gran parte dai progressi della medicina e dall’accesso ai farmaci oncologici innovativi che il ministro Lorenzin è ben contenta di poter continuare a garantire grazie ai 2 miliardi in più alla sanità previsti dalla legge di Stabilità, ma è anche dovuto a quella che Gianni Letta, presidente della giuria del premio, ha definito “terapia della speranza”. 

«A contribuire ai successi farmacologici e a quelli terapeutici dovuti al lavoro di una classe medica italiana all’avanguardia c’è anche la proiezione verso il futuro che gli uomini devono sapere regalare alle compagne» auspica Letta. «Quando gli uomini, che generalmente si spaventano, riescono a stare accanto al coraggio delle donne, non solo all’inizio della malattia, ma giorno dopo giorno, possono incidere sull’esito finale».

È quello che è accaduto a Cristina Piga e Melania Rizzoli che, dopo avere entrambe raccontato in un libro la propria malattia, si sono ritrovate a ricordare le curiose reazioni dei mariti quando il tumore è entrato in famiglia. La faccia da funerale di uno e gli inusuali regali dell’altro, l’ansia del primo che superava di gran lunga quella della moglie e i gioielli del secondo destinati a una donna senza capelli con pochissime velleità mondane. La tenacia di entrambi di rimanere sempre al loro fianco, a fianco del coraggio.

Uomini come questi sono invitati a partecipare al bando #afiancodelcoraggio (www.afiancodelcoraggio.it). Dal racconto vincitore, selezionato da una giuria di dieci membri (presieduta da Gianni Letta e composta da Paola Binetti, Nicoletta Cerana, Emilia Grazia De Biasi, Stefania Gori, Annamaria Mancuso, Myrta Merlino, Federica Pontremoli, Alberto Ricciuti, Carlo Rossella, Maria Sole Tognazzi) verrà ricavato uno spot che, grazie ai distributori cinematografici Lotus (Leone Film Groups), Circuito Cinema e Massimo Ferrero Cinemas, verrà trasmesso nei cinema a ottobre 2017. 

Altri partner che hanno sposato il progetto sono le associazioni di azienti Ato (Alleanza contro il tumore ovarico) Onlus, Attivecomeprima Onlus e Salute Donna Onlus, che promuoveranno lo spot durante i propri incontri ed eventi, con la finalità di trasmettere una maggior conoscenza e sensibilizzazione sul tema dei tumori.