Cancro e Covid-19: contro l’emergenza oncologica serve subito un nuovo Piano nazionale

L'appello dei pazienti

Cancro e Covid-19: contro l’emergenza oncologica serve subito un nuovo Piano nazionale

di redazione

I pazienti oncologici non possono più aspettare, non c'è solo il Covid-19 e il cancro è diventata una emergenza nell’emergenza. L’Italia deve reagire subito con un Piano oncologico nazionale in linea con il Piano europeo di lotta contro il cancro, per tutelare la vita delle persone malate di cancro.

La pandemia di Covid-19 sta mettendo in serio pericolo la vita delle persone colpite da tumore e ad appellarsi sono le 550 associazioni riunite nella Favo, la Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia, in occasione del webinar organizzato venerdì 16 aprile da Motore sanità in collaborazione con la stessa Favo, sul tema “Cancro e Covid l’emergenza nell’emergenza. L’oncologia nell’era intra e post pandemica”, affinché vengano con ripristinati in ambito oncologico i livelli di assistenza precedenti all'epidemia e si proceda, con adeguati finanziamenti, anche attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), all'ammodernamento del Servizio sanitario nazionale.

La pandemia di Covid-19, infatti, ha avuto forti ripercussioni negative sulla cura del cancro, interrompendo azioni di prevenzione, trattamenti e follow up, ritardando diagnosi e vaccinazioni e incidendo sull'accesso ai farmaci e provocando decessi.

«Favo, non a caso, ha definito il Covid-19 uno tsunami per i malati di cancro» ricorda Francesco De Lorenzo, presidente della Federazione. «Il grido d’allarme lanciato da Favo alla Commissione Affari sociali della Camera è stato pienamente recepito prima dall’onorevole Carnevali e successivamente dalla senatrice Binetti – prosegue - con due risoluzioni approvate all’unanimità in venti giorni e con il parere favorevole del Governo. Questo webinar intende condividere con tutta la comunità oncologica il risultato eccezionale che il Parlamento ha dimostrato di voler conseguire per rilanciare gli aspetti che più preoccupano i malati di cancro, sollecitando il Governo ad attuare quanto previsto dalle risoluzioni, attraverso un nuovo Piano oncologico nazionale che, in linea con quello europeo, definisca una progettualità complessiva da inserire nel Recovery Plan».

Il nuovo Piano, secondo il presidente Favo, «dovrà prevedere una regia centrale, un monitoraggio delle previsioni di attività, una chiara identificazione dei ruoli, il potenziamento e il finanziamento delle infrastrutture, la formazione del personale e la regolamentazione anche dell’accesso alle cure innovative». Inoltre «deve porre al centro della programmazione le Reti oncologiche regionali, tenendo conto del documento sulla Revisione delle Linee guida organizzative e delle raccomandazioni per la Rete oncologica. Solo così l’oncologia italiana potrà accedere al finanziamento europeo e quindi potrà assicurare a tutti i malati diagnosi più tempestive e cure innovative che spettano loro per diritto».

Durante la pandemia lo sforzo delle strutture oncologiche è stato di assicurare comunque «la tempestività di tutti i trattamenti attraverso l’organizzazione di percorsi sicuri per i pazienti oncologici» sottolinea Massimo Di Maio, segretario dell'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) e direttore dell’Oncologia medica del Mauriziano di Torino. «Oggi dobbiamo continuare a garantire le cure, creare le condizioni per attuare l’integrazione tra ospedale e territorio per la gestione ottimale del paziente, un problema che è stato ancora più clamoroso in questo anno di emergenza, ma non dimentichiamoci – avverte - di un altro aspetto: per la gestione ottimale e la migliore soddisfazione del paziente sono necessari più tempo da dedicargli e più risorse umane che dovranno essere definite da un nuovo Piano oncologico nazionale».

«In un momento drammatico quale la pandemia che ci troviamo a fronteggiare – interviene Walter Ricciardi, presidente di Mission on Cancer - la Commissione europea ha fornito una risposta importante per sostenere il burden del cancro, finanziando la “Mission” sul cancro, il cui obiettivo è salvare tre milioni di vite entro il 2030. Per raggiungere questo scopo sono state individuate cinque aree di intervento: comprendere, prevenire ciò che si può prevenire, ottimizzare la diagnostica e il trattamento, sostenere la qualità della vita, garantire un accesso equo. La “Mission” rappresenta una importante opportunità per l’Italia – assicua Ricciardi - per consentire la creazione di una sinergia tra le eccellenze del nostro Paese in ricerca e assistenza per giungere a concrete collaborazioni tra le diverse competenze nell’ambito oncologico. Vengono proposte tredici raccomandazioni, rivolte a interventi specifici, focalizzate sui bisogni della popolazione e che necessitano di una grande cooperazione tra cittadini, ricercatori, Istituzioni e Paesi».