“Chemio: se posso la evito”: i risultati della Campagna

L'appello

“Chemio: se posso la evito”: i risultati della Campagna

di redazione

In poco più di due mesi sono state raccolte oltre 15 mila firme con una petizione on line e raggiunti oltre 564 mila utenti del web attraverso un'intensa attività sui principali social media.

Sono questi i più rilevanti risultati, presentati giovedì 18 marzo, della Campagna “Chemio: se posso la evito”, avviata all'inizio di quest'anno da Europa donna Italia, movimento per la tutela dei diritti delle donne con tumore al seno, per sollecitare le Istituzioni a rendere disponibili i 20 milioni di euro del Fondo istituito per finanziare i test genomici per il carcinoma mammario.

Europa Donna Italia si è battuta perché non solo in Lombardia, Toscana e Provincia autonoma di Bolzano, dove i test sono finanziati da fondi regionali, ma in tutta la Penisola «si possa evitare la somministrazione di chemioterapie inutili. Sono circa 8 mila le pazienti che, ogni anno, ricevono queste cure anche se non ne hanno necessità» ribadisce Rosanna D’Antona, presidente di Europa donna Italia. «Bisogna però al più presto emanare il provvedimento che renda effettivamente utilizzabili i test genomici senza costi per le donne» aggiunge.

Si tratta di esami che oltretutto sarebbero «una fonte di risparmio importante per i conti pubblici» osserva Carlo Tondini, direttore dell'Oncologia medica dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, precisando che in uno studio condotto in Lombardia su 400 pazienti l’uso di due test da 2 mila euro ciascuno ha evitato una chemioterapia dal costo di 7 mila euro.

Anche per Francesco Cognetti, presidente di Insieme contro il cancro e di Foce (Confederazione degli oncologi, cardiologi ed ematologi) «è stata dimostrata l’oggettiva utilità dei test genomici che quindi devono essere disponibili e utilizzabili da parte dei clinici. Favorire e incentivare l’appropriatezza terapeutica deve essere una delle priorità dell’intera sanità italiana soprattutto quando questa riguarda una neoplasia così fortemente diffusa. Si stima che ogni giorno siano circa 22 le pazienti che ricevono delle chemioterapie inutili».

Nel solo 2020 sono stati diagnosticati oltre 55 mila casi di tumore del seno e registrati più di 12 mila decessi, con dati in crescita. I successi che sono stati raggiunti in termini di sopravvivenza, però, «potrebbero peggiorare a causa della pandemia» avverte Saverio Cinieri, presidente eletto Aiom. Gli screening hanno infatti avuto una forte battuta d’arresto soprattutto nei primi mesi del 2020 e lo stesso è avvenuto sia per alcuni esami diagnostici sia per i controlli di follow up. «Per ancora molto tempo – prevede Cinieri - dovremo gestire le conseguenze del forte impatto che ha avuto il Coronavirus sull’intero sistema sanitario nazionale. In quest’ottica – conclude - ben vengano tutti quegli strumenti che ci consentono di ottimizzare le risorse disponibili».