Covid-19: le raccomandazioni di Foce, Governo e Agenas per tutelare i cittadini con tumori e malattie del cuore

Il documento

Covid-19: le raccomandazioni di Foce, Governo e Agenas per tutelare i cittadini con tumori e malattie del cuore

di redazione

La somministrazione del vaccino anti Covid-19 deve essere subito prevista per i malati oncologici ed ematologici in trattamento attivo e per i pazienti cardiologici gravi.

È quanto prevede il Documento di indirizzo e di raccomandazioni per garantire ai pazienti più fragili la continuità di cura in emergenza Covid, redatto al Tavolo tecnico istituito tra Foce (la Federazione degli oncologi, cardiologi e ematologi), il Governo e l'Agenas (Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali). Si tratta di linee guida ufficiali che impegnano le Regioni nella tutela di 11 milioni di persone con tumori e malattie del cuore, presentate in una conferenza stampa virtuale giovedì 7 gennaio. Foce, inoltre, ha chiesto al ministro della Salute, Roberto Speranza, e al Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, Domenico Arcuri, che venga assegnata «priorità assoluta» nella vaccinazione anti Covid a 392.600 pazienti con malattie oncologiche, cardiologiche e ematologiche, inserendoli nella stessa categoria degli operatori sanitari. A seguire, i circa 3 milioni e 820 mila cittadini colpiti da queste grandi malattie che, come richiesto da Foce, dovranno essere vaccinati nella fase immediatamente successiva del programma di immunizzazione e, in ogni caso, prima delle persone di età compresa fra 60 e 69 anni che non siano affette da patologie.

«L’attuale fase epidemica richiede un profondo cambiamento organizzativo dell’offerta assistenziale da parte dei servizi sanitari delle Regioni» sostiene il presidente della Federazione, Francesco Cognetti, illustrando i punti-chiave del Documento. Tra questi, innanzitutto la completa separazione dei percorsi tra pazienti Covid e non Covid, includendo anche il personale e i relativi servizi ospedalieri. Poi deve essere mantenuta «la piena operatività» delle attività di degenza ordinaria, dei day hospital e degli ambulatori. Vanno inoltre stabiliti standard per il fabbisogno di personale per adeguarlo alle nuove modalità organizzative e, laddove necessario, reclutare medici specialisti. Gli screening oncologici devono riprendere «a pieno regime» in tutte le Regioni. Va anche ripensata la medicina del territorio, con «nuove modalità assistenziali di integrazione tra servizi ospedalieri e territoriali che possano, con personale dotato di specifiche competenze, svolgere funzioni oggi affidate solo agli ospedali» e per questo è necessario sviluppare le cure intermedie. È previsto il maggior impiego degli alberghi Covid per i positivi paucisintomatici o in dimissione dai reparti. Il Documento chiede infine alle Regioni di attivare e diffondere l’uso della telemedicina, con programmi strutturati e norme specifiche che li regolino, «anche a tutela dei medici coinvolti in queste attività». Non manca, naturalmente, la richiesta di maggiori finanziamenti per i nuovi servizi.