Intersos presenta il report “sulla frontiera della pandemia”. Sei sfide per la salute globale
Nello Stato del Borno tra agosto 2021 e febbraio 2023 sono state somministrate 382.637 dosi di vaccino, con 255.071 persone completamente vaccinate, l'8% del totale dello Stato, molte delle quali in aree di difficile accesso a causa del conflitto in corso. In Yemen, i numeri assoluti sono ancora più ridotti, con 14.392 persone vaccinate nel Governatorato di Lahij a novembre 2022. In entrambi i casi, comunque, sono stati raggiunti e superati gli obiettivi previsti
Sono alcuni dati del Rapporto presentato da Intersos, organizzazione umanitaria non governativa italiana, a due anni dall’avvio dell’impegno per sostenere la vaccinazione contro il Covid-19 in zone di emergenza umanitaria.
A inizio 2021, per contribuire alla risposta globale alla pandemia e contribuire ad affrontare le ineguaglianze presenti nella distribuzione dei vaccini contro il Covid-19, Intersos ha costituito una task force a sostegno dell’iniziativa Covax per garantire la vaccinazione nei Paesi in via di sviluppo.
L'intervento è stato concentrato in due scenari di crisi protratta nelle quali l’organizzazione era già presente: lo Stato del Borno in Nigeria e il Sud dello Yemen; aree caratterizzate da guerra, violenza, povertà estrema e disastri naturali, con un alto numero di persone bisognose di aiuto.
Da metà 2021 Intersos, collaborando con il ministero della Salute e le autorità locali, ha lavorato su più fronti, con l’obiettivo di rafforzare il sistema sanitario locale ed estendere la campagna vaccinale a tutta la popolazione, compresi i gruppi più emarginati come rifugiati e sfollati nei campi profughi.
Grazie al coinvolgimento dei leader delle comunità e di volontari, le attività di informazione sull’efficacia e disponibilità del vaccino contro il Covid-19 hanno contribuito all’afflusso sempre maggiore di persone nei centri vaccinali, mentre la donazione di materiali e macchinari per il trasporto e il mantenimento dei vaccini ha permesso il rafforzamento delle strutture sanitarie duramente colpite dalla pandemia. Attività di formazione sono state organizzate per formare lo staff medico, socio sanitario e logistico sulla vaccinazione, sulla gestione di casi di reazioni avverse e sulla gestione della catena del freddo relativa ai differenti prodotti vaccinali, sul mantenimento dei macchinari donati: l’obiettivo non è stato solo quello di affrontare l’emergenza, bensì creare pratiche comuni, conoscenza e consapevolezza anche per future emergenze.
Sei sfide per il futuro
- Il rafforzamento dei sistemi sanitari dei Paesi più fragili, passando da un approccio verticale alla campagna vaccinale a un approccio orizzontale e integrato nell’offerta complessiva di servizi di salute primaria;
- La disponibilità di personale sanitario adeguatamente formato da garantire, anche in aree di crisi, attraverso programmi di reclutamento, training e fidelizzazione dello staff attraverso incentivi;
- L’accesso rapido, flessibile e lineare ai fondi internazionale per consentire agli attori sul campo di agire con tempestività ed efficacia;
- L’investimento in attività e strumenti di comunicazione e informazione capillare, partendo dalla centralità delle attività di coinvolgimento delle comunità;
- La raccolta, la gestione e la condivisione di dati aggiornati e integrati, anche attraverso la sperimentazione di nuove tecnologie;
- L’implementazione, con adeguate risorse, di un sistema di sorveglianza epidemica globale come elemento centrale di un’Agenda globale per la sicurezza sanitaria.