Malati, oncologi, cardiologi ed ematologi a Conte e Speranza: Vaccino anti-Covid prima ai pazienti fragili

La lettera

Malati, oncologi, cardiologi ed ematologi a Conte e Speranza: Vaccino anti-Covid prima ai pazienti fragili

di redazione

Il vaccino anticovid deve essere dato «prioritariamente ai pazienti oncologici, ematologici e cardiologici”: 11 milioni di persone fragili «che non possono aspettare». A chiederlo è la Confederazione delle tre società scientifiche di riferimento, Aiom, Sic, Sie (Foce) e delle due Fondazioni Insieme contro il cancro e Cuore e circolazione con oltre seicento associazioni di malati in due lettere inviata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al ministro della Salute Roberto Speranza con due lettere. «Numerosi lavori scientifici e l’esperienza clinica maturata in questi mesi – scrivono nella lettera Foce e le associazioni di pazienti – ci indicano infatti che i nostri pazienti pagano un prezzo alto in termini di vulnerabilità ai danni dell’infezione da CoviD-19. Per questo una immediata inclusione dei pazienti affetti da patologie cardiache, oncologiche ed ematologiche nella campagna di vaccinazione permetterebbe di limitare i danni provocati dalla pandemia in questi malati che già devono affrontare percorsi di diagnosi e cura molto complessi».

«Ci pare una battaglia di civiltà – sottolinea Francesco Cognetti, presidente di Foce - e abbiamo voluto coinvolgere le associazioni di pazienti che operano a livello nazionale e locale. L’adesione è stata pressoché totale, entusiasta e convinta». «Ci auguriamo che il presidente del Consiglio e il ministro della Salute accolgano la nostra richiesta – auspica Cognetti – per poter limitare altre vittime collegate alla pandemia. I numeri dei contagi, purtroppo, continuano a essere molto pesanti con il nostro Paese ormai al primo posto per mortalità legata al coronavirus. Il vaccino speriamo ci permetterà di superare questa emergenza – conclude - ma va radicalmente ripensata la sanità di questo Paese con nuovi e ingenti finanziamenti, non certamente con soli 9 miliardi, con assunzioni di personale medico e infermieristico, utilizzando al meglio le risorse del Recovery Fund».