Ospedali poco attenti a dati sensibili: troppe informazioni finiscono a Facebook

L’indagine

Ospedali poco attenti a dati sensibili: troppe informazioni finiscono a Facebook

di redazione

Partiamo da un esempio. Un ipotetico signor Rossi naviga all’interno del sito di un ospedale cercando di prenotare una visita oculistica. Il sistema invia a Facebook l’informazione. Il signor Rossi comincia a ricevere pubblicità di occhiali da vista. Ridotta all’osso è la catena di eventi che potrebbe verificarsi entrando nelle pagine web ufficiali di alcuni ospedali italiani, poco attenti alla protezione dei dati sensibili. 

Secondo un’indagine di AvantGrade.com, agenzia di digital marketing e web analytics, il 16 per cento dei migliori 50 ospedali italiani trasmette dati potenzialmente sensibili a Facebook attraverso il Facebook Pixel, ovvero un sistema di tracciamento pubblicitario inserito nei siti web che consente a Meta di registrare le attività che i visitatori svolgono all’interno dei siti ospedalieri.

Di norma i sistemi di tracciamento pubblicitari si dovrebbero attivare solo quando l’utente accetta il banner dei cookie, ma dall’analisi emerge che alcuni siti ospedalieri attivano i tracciamenti prima che venga dato il consenso ai cookie.

«Quando abbiamo un dubbio sulla nostra salute, il primo amico con cui ci confidiamo si chiama Dottor Google. Questa ricerca ha l’obiettivo di sensibilizzare le grandi aziende che operano in ambito salute e pharma a impostare e controllare con maggiore attenzione i loro strumenti di web analytics e profilazione pubblicitaria. Simile ricerca è stata fatta da TheMarkup in USA, dove risulta che il 33 per cento dei top ospedali americani usano il tracciamento Facebook.  Siamo a disposizione dei responsabili Marketing degli ospedali Italiani per aiutarli a migliorare la privacy degli utenti che navigano in rete i loro siti», commenta Ale Agostini, CEO di AvantGrade.com.