Cancro: le cellule immunitarie private di un gene eliminano i tumori e proteggono dalle recidive
Una nuova terapie nella lotta al cancro alla prostata e al seno testata sui topi, se confermata sugli esseri umani, potrebbe rivelarsi una svolta. Si è scoperto che eliminando il gene Src-3 dalle cellule immunitarie T-reg si ottiene l’eliminazione definitiva del tumore senza rischio di recidive
1280px-Cancer_cells_(1).jpg

La terapia è “one shot”, si fa una volta sola e la risposta dura tutta la vita. Senza effetti collaterali. Se l’intuizione dei ricercatori del Baylor College of Medicine di Houston (Texas), per ora testata con successo solo sugli animali, si rivelasse efficace anche nell’essere umano potrebbe rappresentare una svolta nel trattamento del cancro alla prostata e al seno. Servirà tempo per verificarlo.
La strategia descritta su Proceedings of the National Academy of Sciences consiste nell’eliminare il gene Src-3 da alcune cellule immunitarie specifiche chiamate cellule T regolatorie (Treg). I ricercatori hanno infatti osservato che negli animali affetti dai due tipi di cancro la modifica genetica innescava una risposta in grado di eradicare definitivamente il tumore senza i tipici effetti collaterali delle terapie tradizionali.
Lo stesso risultato si otteneva anche negli animali affetti da tumore che non avevano subito la modifica genetica ma nei quali venivano trasferite le cellule Treg private del gene Src-3. La scoperta arriva da lontano. Il gruppo di ricerca guidato dal biologo molecolare Bert W. O’Malley aveva cominciato più di trent’anni fa a osservare gli effetti di una serie di proteine sulle funzioni cellulari.
«Più di 30 anni fa, il mio laboratorio ha scoperto una proteina che abbiamo chiamato coattivatore del recettore degli steroidi (Src) che è necessaria per l'efficace regolazione dell'attività genica. Da allora, abbiamo scoperto che una famiglia di Src (Src-1, Src-2 e Sr-3) regola l'attività di una varietà di funzioni cellulari», ha detto O’Malley, a capo dello studio.
Nel corso delle ricerche, gli scienziati hanno notato che il gene Src-3, in particolare, è più degli altri associato al cancro. Questo gene infatti non solo è espresso in tutti i tipi di cancro e gioca un ruolo nella crescita dei tumori, ma è ampiamente espresso nelle cellule T regolatorie che modulano la risposta immunitaria in presenza di cellule cancerose.
Da qui è nato il sospetto che l’abbondanza di Src-3 nelle cellule Treg fosse in qualche misura legata al controllo della progressione dei tumori. Il modo più efficace per verificare questa ipotesi era quello di eliminare il gene Src-3 nelle cellule immunitarie Treg e osservare gli effetti della sua assenza sull’evoluzione della malattia.
Gli esperimenti sono stati condotti su topi affetti da tumore al seno modificati geneticamente in modo tale da non esprimere il gene Src esclusivamente nelle cellule Treg. I ricercatori hanno così potuto confrontare la progressione del cancro nei due gruppi di animali, quelli non modificati portatori di Src-3 e quelli modificati privati di Src-3.
Ebbene, nel gruppo privato del gene i tumori erano stati eliminati e i topi erano protetti dalle recidive.
«Siamo rimasti sorpresi dai risultati. I tumori al seno sono stati eliminati nei topi senza Src-3. Una successiva iniezione di ulteriori cellule tumorali in questi animali non ha dato origine a nuovi tumori, dimostrando che non era necessario intervenire con ulteriori eliminazioni del gene per sostenere la resistenza del tumore. È importante sottolineare che anche il trasferimento di queste cellule ad animali portatori di tumori al seno ha portato all'eradicazione del cancro. Abbiamo ottenuto risultati simili con il cancro alla prostata», ha dichiarato O'Malley.
I ricercatori hanno potuto constatare, attraverso tecniche di laboratorio, che effettivamente le cellule Treg deprivate del gene Src-3 hanno funzioni potenziate e diventano le protagoniste di un processo che conduce l’eliminazione del tumore. Le cellule Treg modificate proliferano ampiamente e si infiltrano massicciamente nei tumori al seno dove rilasciavano composti che generano una risposta immunitaria antitumorale. Questi composti infatti facilitano l'ingresso delle cellule immunitarie, linfociti T e cellule natural killer, che attaccano direttamente il tumore. Le Treg modificate, inoltre, bloccano altre cellule immunitarie che tentano di fermare la risposta antitumorale e favoriscono l'eradicazione del tumore di lunga durata modificando efficacemente l'ambiente che circonda il tumore, il cosiddetto microambiente tumorale.
«Altre terapie sembrano ridurre il carico tumorale o eliminare il cancro per qualche tempo, ma nella maggior parte dei casi il tumore ritorna. Le nostre scoperte nei modelli animali sono le prime a dimostrare che le Treg prive di SRC-3 eliminano i tumori consolidati e sembrano conferire una protezione duratura contro le recidive», ha affermato Sang Jun Han, professore associato di biologia molecolare e cellulare a Baylo, coautore dello studio.