Il cancro al colon arriva sempre prima. In USA si cambia: screening a partire dai 45 anni (e non da 50)

Giocare d’anticipo

Il cancro al colon arriva sempre prima. In USA si cambia: screening a partire dai 45 anni (e non da 50)

La proposta era già stata avanzata da più parti. Ora entra ufficialmente nelle nuove linee guida americane: lo screening per il tumore del colon-retto inizia a 45 anni. E non è escluso che presto si decida di anticiparlo ancora di più. Perché stanno aumentando i casi tra i giovani

Fecalimmunochemicaltest02.jpg

Immagine: Cbalentine, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons
di redazione

Tutto confermato. Con la pubblicazione sull’ultimo numero del Journal of the American Medical Association (Jama) le nuove linee guida americane per lo screening del tumore del colon-retto diventano ufficiali: gli esami periodici di controllo devono iniziare a 45 anni e non a 50. L’anticipo di 5 anni rispetto a quanto era previsto finora vale per tutti, non solo per le persone più a rischio. La proposta era già stata preannunciata dal panel di esperti della U.S. Preventive Services Task Force (USPSTF) lo scorso ottobre e ora entra di diritto nella strategia di prevenzione degli Stati Uniti che spesso è un modello di riferimento per altri Paesi del mondo. Le nuove raccomandazioni sono in linea con quelle dell’American Cancer Society che già dal 2018 aveva consigliato di anticipare i primi test dopo aver osservato negli ultimi anni l’abbassamento dell’età media delle prime diagnosi di tumore.  

«Un preoccupante aumento dell'incidenza del cancro del colon-retto tra gli individui più giovani, cioè, di età inferiore ai 50 anni, definito come cancro del colon-retto a esordio giovanile, è stato documentato dalla metà degli anni Novanta, con l’11 per cento dei tumori del colon e il 15 per cento dei tumori del retto nel 2020 che si verificano tra i pazienti di età inferiore ai 50 anni, rispetto al 5 per cento e al 9 per cento, rispettivamente, nel 2010», ha commentato Kimmie Ng, direttore del Young-Onset Colorectal Cancer Center presso il Dana-Farber Cancer Institute, primo autore di un editoriale che accompagna l'articolo sul cambiamento delle linee guida dell’USPSTF.

D’ora in poi le assicurazioni sanitarie americane dovranno coprire i costi degli esami diagnostici, test delle feci o colonscopia, a tutti i cittadini dai 45 anni in su che ne faranno richiesta. Gli esperti, dopo aver valutato i costi e i benefici dello screening precoce, hanno considerato conveniente anticipare i controlli perché così facendo si salva un maggior numero di vite rispetto alla tradizionale prevenzione a partire dai 50 anni. Le indicazioni per le persone più anziane, tra i 76 e gli 85 anni, restano invece invariate: in quella fascia di età lo screening è indicato solo in casi selezionati perché i benefici, misurati in anni di vita guadagnati, sono limitati. 

Ma anticipare i controlli a 45 anni è sufficiente? Non è meglio osare di più e invitare allo screening le persone ancora più giovani? È quello che si chiedono gli autori dell’editoriale di accompagnamento all’articolo. 

Dato che la maggior parte delle diagnosi e dei decessi di tumore del colon-retto a esordio giovanile si verifica in persone di età compresa tra 45 e 49 anni, le prime manifestazioni della malattia dovrebbero essere intercettate ancora prima.  L'incidenza del cancro del colon aumenta del 2 per cento all’anno all'anno tra i 20 ei 29 anni, rispetto all’1,3 per cento tra i 40 e i 49 anni. L'incidenza del cancro del retto aumenta del 3,2 per cento all'anno nei giovani di età compresa tra i 20 e i 29 anni e tra i 30 e i 39 anni, contro il 2,3 per cento tra i 40 e i 49 anni.

«Stiamo osservando pazienti anche di età inferiore ai 45 anni, tra i 20 e i 30 anni, a cui viene diagnosticato questo tipo cancro e spesso in fasi molto avanzate. Chiaramente la raccomandazione dell'USPSTF di iniziare lo screening all'età di 45 anni non sarà sufficiente per individuare precocemente i casi giovanili», agginge Kimmie Ng. 

La questione di un ulteriore abbassamento dell’età dello screening verrà sicuramente affrontata nei prossimi studi. Intanto, sottolineano gli autori dell’editoriale, assicuriamoci che le persone che rientrano nella fascia di età selezionata per lo screening vadano effettivamente a farsi i controlli. Negli Stati Uniti solamente il 68,8 per cento delle persone che dovrebbero fare lo screening prenotano l’esame. Per lo più a saltare l’appuntamento con la prevenzione sono le persone non assicurate che appartengono a categorie disagiate e a minoranze etniche. 

Gli autori dell’editoriale spingono per aumentare la consapevolezza tra la popolazione dell’importanza dello screening attraverso campagne di sensibilizzazione e iniziative dei datori di lavoro che vadano incontro ai dipendenti che si assentano per eseguire il controllo.