Un elettrodo lungo il collo restituisce l’uso del braccio a chi ha avuto un ictus

La sperimentazione

Un elettrodo lungo il collo restituisce l’uso del braccio a chi ha avuto un ictus

Testato in due pazienti, ha consentito di migliorare notevolmente la la mobilità della spalla, del braccio e della mano

Tim Betler, UPMC and University of Pittsburgh Health Sciences copia.jpg

Immagine: Tim Betler, UPMC and University of Pittsburgh Health Sciences
di redazione

Una tecnologia che stimola elettricamente il midollo spinale migliora la mobilità del braccio e della mano, consentendo alle persone colpite da ictus di svolgere più facilmente le normali attività quotidiane. A metterla a punto ricercatori della University of Pittsburgh e della Carnegie Mellon University che l’hanno sperimentata con successo su due pazienti. I risulti della sperimentazione sono stati illustrati su Nature Medicine.

«Abbiamo scoperto che la stimolazione elettrica di specifiche regioni del midollo spinale consente ai pazienti di muovere il braccio in modi che non sarebbero in grado di fare senza la stimolazione. Cosa forse ancora più interessante, abbiamo scoperto che dopo alcune settimane di utilizzo, alcuni di questi miglioramenti persistono quando la stimolazione viene interrotta, indicando strade entusiasmanti per il futuro delle terapie per l’ictus», ha affermato uno dei due coordinatori dello studio Marco Capogrosso. «Grazie ad anni di ricerca preclinica, abbiamo sviluppato un protocollo di stimolazione pratico e facile da usare adattando le tecnologie cliniche esistenti approvate dalla Fda che potrebbero essere facilmente trasferite dal laboratorio alla clinica», ha aggiunto.

Attualmente, nessun trattamento è efficace per il trattamento della paralisi nella cosiddetta fase cronica dell'ictus, che inizia circa sei mesi dopo l'incidente. La nuova tecnologia utilizza una serie di elettrodi posizionati sulla superficie del midollo spinale all’altezza del collo per fornire impulsi elettrici che attivano le cellule nervose all'interno del midollo. Questa tecnologia è già utilizzata per trattare il dolore persistente. Inoltre, diversi gruppi di ricerca hanno mostrato che la stimolazione del midollo spinale può essere utilizzata per ripristinare il movimento delle gambe dopo una lesione del midollo spinale.

La mano, con i suoi movimenti fini, combinata con l'ampia gamma di movimenti del braccio e della spalla, aggiunge però un ulteriore elemento di complessità.

«I nervi sensoriali del braccio e della mano inviano segnali ai motoneuroni nel midollo spinale che controllano i muscoli dell’arto. Stimolando questi nervi sensoriali, possiamo amplificare l'attività dei muscoli che sono stati indeboliti dall’ictus», ha aggiunto l’altro coordinatore dello studio Douglas Weber. «È importante sottolineare che il paziente mantiene il pieno controllo dei propri movimenti: la stimolazione è ‘assistiva’ e rafforza l'attivazione muscolare solo quando i pazienti cercano di muoversi».

Nei test sui pazienti, la stimolazione ha consentito ai partecipanti di svolgere compiti di diversa complessità, dallo spostamento di un cilindro di metallo all'afferrare oggetti domestici comuni, come una lattina, e aprire una serratura. Le valutazioni cliniche hanno mostrato che la stimolazione mirata alle radici del nervo cervicale migliora immediatamente la forza, la gamma di movimento e la funzione del braccio e della mano. 

Inoltre, gli effetti della stimolazione sembrano essere più duraturi di quanto inizialmente pensato dagli scienziati e persistevano anche dopo che il dispositivo è stato rimosso, suggerendo che potrebbe essere utilizzato sia come metodo di assistenza che di riparazione per il recupero dell'arto superiore. Infatti, gli effetti immediati della stimolazione consentono la somministrazione di un intenso allenamento fisico che, a sua volta, potrebbe portare a miglioramenti a lungo termine ancora più forti in assenza della stimolazione.

I ricercatori ora stanno continuando ad arruolare altri pazienti per la sperimentazione in modo da comprendere quali pazienti possano trarre maggiori benefici da questa terapia e da ottimizzare i protocolli di stimolazione per diversi livelli di gravità.