Prescrivere l’antibiotico ma usarlo solo se il bambino peggiora
La strategia contro le infezioni nei bambini che, senza far correre rischi ai bambini, fa stare tranquille le mamme e non alimenta l’antibiotico-resistenza
Quest’anno fa eccezione perché le mascherine e il distanziamento fisico hanno ridotto al minimo la diffusione delle infezioni respiratorie (Covid a parte). Ma di questi tempi normalmente gli ambulatori dei pediatri si riempiono di bambini con febbre, tosse, naso che cola, mal di gola e occhi che lacrimano. Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di infezioni virali che non richiedono l’uso di antibiotici. Eppure gli antibatterici continuano a essere prescritti con disinvoltura sin dalla prima visita alimentando così il fenomeno dell’antibiotico resistenza. La soluzione adottata in Spagna, ma anche in altri Paesi, è estremamente pragmatica e secondo i risultati di uno studio del Centro Cochrane Iberoamericano (CCIb) pubblicati su Pediatrics anche estremamente efficace. In caso di dubbio il medico può compilare una “ricetta differita”, ossia può prescrivere l’antibiotico da usare solo nel caso in cui l’infezione peggiori nei giorni successivi alla visita medica. È come assicurarsi una “ruota di scorta” in caso di emergenza.
L’indagine si è svolta in 39 strutture sanitarie spagnole dove i bambini tra i 2 e i 14 anni erano stati visitati per infezioni respiratorie (faringiti, rinosinusiti, otiti, bronchiti ecc..). In tutti questi casi il pediatra non poteva sapere al momento della visita la natura dell’infezione, virale o batterica, e perciò non era possibile decidere su due piedi la terapia appropriata da prescrivere. Nello studio spagnolo sono state messe a confronto tre strategie differenti: prescrivere la terapia antibiotica subito, non prescriverla affatto o prescriverla in maniera differita “nel caso in cui…”.
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Dal monitoraggio della salute dei bambini, i ricercatori non hanno osservato alcuna differenza tra la durata e la gravità dei sintomi dell’infezione nei tre scenari presi in considerazione e neanche nelle complicanze o nelle visite urgenti in ospedale, che in generale sono state rare. Il che dimostra, in sostanza, che questo tipo di malanno quasi sempre si risolve da solo ed evolve nello stesso modo con o senza antibiotico.
«La ragione per cui non si sono osservate differenze tra i tre interventi diversi dipende probabilmente dal fatto che gli antibiotici influiscono molto poco sull’evoluzione di queste infezioni perché la maggior parte sono di origine virale e si risolvono da sole», ha dichiarato Gemma Mas-Dalmau, dell’Hospital Sant Pau di Barcelona, prima firmataria dell’articolo.
Dall’indagine è emerso che il ricorso alla prescrizione differita, in confronto alla prescrizione immediata, diminuisce notevolmente l’uso dei farmaci antibatterici lasciando comunque tranquilli i genitori che in questo modo percepiscono i loro figli più al sicuro.
«La prescrizione differita di antibiotici è una strategia valida per un uso più razionale degli antibiotici. Non solo evita gli effetti avversi, ma riduce il grave problema della resistenza agli antibiotici. E inoltre aiuta a sradicare la convinzione sbagliata che gli antibiotici siano necessari per questo tipo di infezioni educando anche i genitori al problema della resistenza», ha dichiarato Pablo Alonso, ricercatore del CCIb.
L’efficacia della prescrizione differita di antibiotici era già nota grazie a precedenti studi sulla popolazione adulta, ma si avevano pochi dati sui bambini. Finora mancavano inoltre prove dell’utilità di questa strategia in Paesi come la Spagna in cui si fa un ampio e inappropriato uso di antibiotici.