Tumore al polmone metastatico: un paziente su cinque vivo a cinque anni con pembrolizumab e chemio

Esmo 2022

Tumore al polmone metastatico: un paziente su cinque vivo a cinque anni con pembrolizumab e chemio

di redazione

Il trattamento con la molecola immunoterapica pembrolizumab in combinazione con la chemioterapia aumenta le chance di sopravvivenza a lungo termine per i pazienti colpiti da tumore del polmone metastatico, una delle neoplasie più difficili da trattare. 

La conferma arriva  da due studi presentati nel corso del congresso della European Society for Medical Oncology. 

Il primo (KEYNOTE-189) ha mostrato che nei pazienti con tumore al polmone non a piccole cellule non squamoso metastaticoil trattamento con pembrolizumab più pemetrexed e chemioterapia a base di platino (cisplatino o carboplatino) ha raggiunto un tasso di sopravvivenza globale a cinque anni del 19,4% rispetto al 11,3% con la sola chemioterapia. La combinazione pembrolizumab-pemetrexed-chemioterapia a base di platino ha ridotto il rischio di morte del 40%. A cinque anni, pembrolizumab più pemetrexed e cisplatino o carboplatino ha più che raddoppiato la sopravvivenza globale mediana rispetto alla sola chemioterapia (22 mesi rispetto a 10,6 mesi).

Il secondo, KEYNOTE-407, ha mostrato che i pazienti con tumore al polmone non a piccole cellule squamoso metastatico avevano un tasso di sopravvivenza globale a cinque anni del 18,4% con pembrolizumab più carboplatino-paclitaxel o nab-paclitaxel rispetto al 9,7% con la sola chemioterapia. Pembrolizumab più carboplatino-paclitaxel o nab-paclitaxel ha ridotto il rischio di morte del 29% rispetto alla sola chemioterapia. La sopravvivenza globale mediana era di 17,2 mesi nel gruppo con pembrolizumab e chemioterapia rispetto a 11,6 mesi nel gruppo con chemioterapia.

«Prima di questi studi fondamentali, il tumore del polmone aveva un tasso di sopravvivenza a cinque anni del 10%, uno dei più bassi tra tutti i tumori», illustra Marina C. Garassino, professore di medicina alla University of Chicago, Hematology/Oncology e investigatore principale dello studio KEYNOTE-189. «Questi risultati mostrano miglioramenti significativi nella sopravvivenza a cinque anni dei pazienti trattati con pembrolizumab più chemioterapia e confermano il ruolo importante di questi regimi a base di pembrolizumab come standard di cura nel tumore del polmone non a piccole cellule metastatico».

«Nello studio KEYNOTE-407, che ha riguardato proprio i pazienti a istologia squamosa, pembrolizumab in combinazione con la chemioterapia ha migliorato significativamente la sopravvivenza globale a cinque anni, raddoppiandola rispetto alla sola chemioterapia, con un’importante riduzione del rischio di morte. Il trattamento immunochemioterapico si conferma così un caposaldo della terapia di prima linea del carcinoma polmonare», ha detto Silvia Novello, ordinario di Oncologia Medica all’Università degli Studi di Torino e Responsabile Oncologia Polmonare all’Ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano.