Tumore della tiroide resistente al radioiodio. Rischio di progressione ridotto con cabozantinib
Il trattamento cabozantinib nei pazienti con carcinoma differenziato della tiroide refrattario al radioiodio, in cui siano falliti i presenti trattamenti, riduce il rischio di progressione della malattia e di morte rispetto al placebo.
È quanto emerge dallo studio di fase III COSMIC-311 presentato nel corso del congresso della European Society for Medical Oncology (ESMO).
I tumori della tiroide comprendono le forme differenziate, midollare e anaplastica; i tumori differenziati della tiroide costituiscono circa il 90-95% dei casi e vengono comunemente trattati con la chirurgia, seguita da ablazione con iodio radioattivo del tessuto tiroideo residuo, ma circa il 5-15% dei casi è resistente al trattamento con iodio radioattivo. I pazienti con carcinoma differenziato della tiroide refrattario al radioiodio hanno una prognosi sfavorevole con una sopravvivenza stimata media da tre a cinque anni.
Dallo studio, che ha coinvolto circa 250 pazienti, è a un follow-up mediano di 10,1 mesi, il trattamento con cabozantinib ha continuato a dimostrare una sopravvivenza mediana libera da progressione, con una riduzione del rischio di progressione della malattia o di morte del 78% rispetto a placebo.
Sulla base di questi dati l’azienda produttrice (Ipsen) ha sottoposto alla European Medicines Agency (EMA) la richiesta di un’estensione dell’indicazione di cabozantinib nel carcinoma differenziato della tiroide refrattario al radioiodio. L’agenzia ha dato inizio al processo di revisione.
«Il potenziale di cabozantinib continua ad essere confermato come opzione terapeutica fondamentale a nostra diposizione contro una vasta gamma di tumori», dice Steven Hildemann Executive Vice President, Chief Medical Officer, Global Patient Safety and Patient Affairs di Ipsen. «I dati finali dello studio COSMIC-311 sono un grande esempio di come cabozantinib possa fare concretamente la differenza nella vita dei pazienti, e attendiamo di conoscere la decisione dell’EMA il prossimo anno. Siamo impegnati ad analizzare il ruolo che cabozantinib può continuare a svolgere contro i tumori difficili da trattare, mentre aspettiamo i risultati degli studi di Fase III tuttora in corso nel tumore del polmone non a piccole cellule (CONTACT-01) e nel carcinoma della prostata metastatico resistente alla castrazione (CONTACT-02)».