I vaccini intranasali segneranno la fine della pandemia?

Il quesito

I vaccini intranasali segneranno la fine della pandemia?

In linea teorica potrebbero segnare la svolta e porre fine alla pandemia. Perché i vaccini che attivano le difese nella bocca o nel naso bloccherebbero l’ingresso del virus evitando il contagio e la trasmissione dell’infezione. È l’agognato traguardo dell’immunità sterilizzante. È raggiungibile?

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Immagine: Marco Verch Professional Photographer / Flickr (CC BY 2.0)
di redazione

Il Sacro Graal della pandemia si chiama “immunità sterilizzante”. Ottenerla significa assicurarsi la massima protezione possibile: escludere del tutto il rischio di contagio. Non solo ridurre le probabilità di venire infettati, non solo abbassare fino quasi ad annullare il rischio di malattia grave, ma diventare totalmente immuni, impermeabili al virus, capaci di superare indenni tutti i focolai, senza più temere che il tampone dia un risultato positivo. 

Non ci si è arrivati con i vaccini attuali, ma la svolta potrebbe arrivare dai vaccini in spray o in gocce che penetrano nel naso o nella gola, le porte di accesso di Sars-Cov-2. Ne sono stati approvati già due, uno in Cina e uno in India. Il primo è uno spray da spruzzare nel naso e nella gola indicato come booster, il secondo viene somministrato in forma di gocce nel naso ed è stato approvato in due dosi nel ciclo primario.  Questi vaccini stimolano le risposte immunitarie nelle mucose che rivestono il naso e la bocca, le prime porte di ingresso di Sars-Cov-2. E per questo dovrebbero riuscire a bloccare la trasmissione, impedendo anche i casi lievi di malattia. Con più di 100 sperimentazioni in corso nel mondo di cui 20 già in fase clinica, i vaccini orali e spray sono attesi come un deus ex machina capace di  segnare la fine di questa storia infinita. Alcuni sono identici ai vaccini iniettati intramuscolo e differiscono solo nella modalità di somministrazione, altri hanno anche una composizione diversa. Per esempio, il vaccino spray cinese sviluppato da CanSino è uguale a quello iniettato prodotto dalla stessa azienda. 

L’aspettativa nei loro confronti è alta, ma le speranze sono ben riposte? La risposta è “ni”. Almeno così la vede Emily Waltz, autrice di un dettagliato articolo su Nature, che spiega le potenzialità dei nuovi vaccini senza però nascondere qualche perplessità sulla loro fattibilità e reale efficacia.

Perché lo spray sarebbe meglio?

Gli attuali vaccini anti Covid possono fare molto, ma non tutto.  Riducono il rischio di malattia grave, prevengono il ricovero, rendono i sintomi più leggeri, ma non impediscono di ammalarsi né di contagiare altre persone. In sostanza, la vaccinazione non impedisce al virus di continuare a circolare, non ne blocca la trasmissione. Succede perché l’iniezione intramuscolare ha dei limiti nelle risposte immunitarie che può attivare. Il vaccino che viene iniettato nel braccio stimola i linfociti T, che distruggono le cellule infette, e i linfociti B, che producono anticorpi che "neutralizzano" i patogeni. Ma sia i linfociti che gli anticorpi circolano soprattutto nel flusso sanguigno, mentre sono presenti a livelli bassi nel naso e nei polmoni. E prima che riescono a passare dal sangue alle mucose nasali, il virus è già riuscito a entrare nell’organismo indisturbato. 

I vaccini che agiscono sulle mucose, invece, possono attivare le cellule immunitarie localizzate nel l naso e nelle vie respiratorie che hanno funzioni leggermente diverse dalle cellule immunitarie circolanti. Ad esempio, i linfociti B di memoria presenti nelle mucose producono anticorpi chiamati immunoglobuline secretorie A (IgA) capaci di dare una risposta immediata e in linea teorica “più bravi” a bloccare Sars-Cov-2 sulla soglia di ingresso. 

Raggiungere l’immunità sterilizzante contro Sars-Cov-2 è possibile 

Gli studi negli animali sono promettenti. I test pre-clinici dei vaccini che agiscono sulle mucose delle vie respiratorie suggeriscono che è possibile ottenere l’immunità sterilizzante. Per esempio, uno studio sui topi condotto alla Yale University ha scoperto che un richiamo con il vaccino intranasale (somministrato dopo una dose di vaccino convenzionale) induceva l'immunità della mucosa e proteggeva completamente gli animali esposti a una dose letale di coronavirus, un risultato irraggiungibile con il vaccino intramuscolare.

Una sperimentazione sui macachi rhesus di un vaccino intranasale ha dimostrato la capacità del vaccino di proteggere completamente gli animali dall'infezione. «Nei modelli pre-clinici, otteniamo qualcosa che è molto vicino alla sterilizzazione dell'immunità. Bisognerà vedere come tutto ciò si traduce negli studi clinici», ha dichiarato a Nature Ursula Buchholz, capo della sezione sullo studio dei virus a RNA del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID), che ha guidato lo studio.

I vaccini orali hanno funzionato contro altre malattie?

La storia dei vaccini orali o spray non è tutta rose e fiori. Esistono almeno nove vaccini che agiscono sulla mucosa contro agenti patogeni tra cui poliovirus, influenza e colera. Otto di questi vaccini vengono assunti per via orale e uno, quello contro l'influenza, viene somministrato per via intranasale.

Il vaccino orale contro la poliomielite ha i ben noti “pro” e “contro”:  inducendo l'immunità nella mucosa intestinale si avvicina al traguardo dell'immunità sterilizzante, ma in rari casi il virus vivo attenuato introdotto con il vaccino può mutare e causare la malattia (poliomielite paralitica associata al vaccino). Per altre malattie, i vaccini spray o orali hanno avuto ancora meno successo, in alcuni casi perché non arrivavano ad assicurare una protezione sufficiente, in altri per gli effetti collaterali che scatenavano. 

Il  vaccino antinfluenzale intranasale di Berna Biotech, per esempio, è stato ritirato dal mercato  nel 2001 perché poteva provocare una paralisi facciale temporanea, mentre il vaccino FluMist, un vaccino intranasale vivo attenuato contro l'influenza approvato negli Stati Uniti e in Europa, si è rivelato molto efficace nei bambini ma non negli adulti. 

Alla ricerca delle prove di efficacia 

Valutare in anticipo l’efficacia di un vaccino spray non è semplice. Con i vaccini intramusolari si procede misurando i livelli di anticorpi neutralizzanti che circolano nel sangue. Livelli più alti generalmente significano una migliore protezione. Ma per i vaccini della mucosa che mirano a indurre l'immunità sterilizzante, non esiste una correlazione chiara. 

Nel caso del vaccino spray anti Covid, per esempio, non è chiaro il livello di IgA secretorie, o di altri anticorpi e di cellule T di memoria nelle mucose che serve per garantire l’immunità sterilizzante. 

Non potendo contare sulle stesse strategie usate per i vaccini intramuscolo, i produttori dei nuovi vaccini hanno dovuto ricorrere a sistemi differenti. 

L’azienda indiana Bharat Biotech e quella cinese CanSino, per esempio, hanno deciso di misurare gli anticorpi neutralizzanti sistemici nel sangue indotti dai loro vaccini orali o spray, stabilendo che livelli equivalenti o superiori a quelli sviluppati con i vaccini intramuscolo servirebbero a dimostrare che il vaccino funziona. 

Un’altra possibilità è quella di condurre studi di efficacia confrontando un gruppo che riceve il vaccino con un gruppo placebo. Ma i gruppi placebo stanno diventando una rarità, visto che il numero di persone che non sono state infettate da Sars-CoV-2 o che non sono state vaccinate si sta riducendo sempre più. Uno studio del genere è ancora possibile in Paesi con bassi tassi di vaccinazione e un accesso limitato ai vaccini. «È possibile determinare l’efficacia. È solo un po' più complicato che testare i vaccini intramuscolari di prima generazione in una popolazione naïve alle infezioni» afferma Sandy Douglas, a capo della sperimentazione di un vaccino intranasale contro Sars-Cov-2 sviluppato dall'Università di Oxford, nel Regno Unito.

Per ora sono solo almeno quattro i vaccini spray o orali che hanno completato o gli studi di fase III, uno in India, uno in Iran e due in Cina. L’Iran ha concesso l'approvazione di emergenza del vaccino nell'ottobre 2021 ma ancora non sono stati pubblicati i dati sull'efficacia nel mondo reale. Sembra che anche la Russia abbia approvato un vaccino nasale per il suo mercato ma non ha pubblicato i dati.