Alcol: anche il consumo moderato aumenta il rischio di cancro
Il 4 per cento delle nuove diagnosi di tumore nel 2020 può essere attribuito al consumo di alcol. I bevitori forti rischiano di più, ma anche il consumo moderato è associato a una maggior probabilità di sviluppare tumori all’esofago, al fegato e al seno
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È la notizia più impopolare del momento. In piena estate, nella stagione d’oro degli aperitivi, quando a fine giornata arriva puntuale il cocktail o la birra con gli amici, Lancet Oncology pubblica uno studio sull’associazione tra il consumo di alcol e il cancro che guasta la festa, sfatando il mito del “consumo moderato” (e non è la prima volta). Gli autori dello studio, in sostanza, sembrano dirci che l’unica quantità di alcol che non comporta alcun aumento del rischio di tumore è pari a “zero” (o proprio molto ma molto vicino).
«Tutto il bere comporta dei rischi. E con i tumori correlati all'alcol, tutti i livelli di consumo sono associati a un certo rischio. Ad esempio, ogni bicchiere di vino al giorno di dimensioni standard è associato a un rischio maggiore del 6 per cento di sviluppare il cancro al seno femminile», ha dichiarato Jürgen Rehm, coautore dello studio promosso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Va precisato però che lo studio è stato condotto a livello di popolazione e che quindi non tiene conto dei fattori di rischio individuali, genetici o ambientali (obesità, fumo, epatite, stile di vita ecc..). Tanto per fare un esempio: le persone affette da obesità, o con un'infezione da virus dell'epatite B o C o i fumatori, hanno un rischio maggiore si sviluppare il carcinoma epatocellulare, il tipo di tumore al fegato preso in esame dagli autori, in caso di consumo di alcol. Anche l’uso di gli steroidi anabolizzanti è un fattore di rischio per lo sviluppo di carcinoma epatocellulare.
I ricercatori hanno raccolto i dati sul consumo di alcol nel 2010 e li hanno confrontati con i casi di cancro noti per essere correlati all’alcol nel 2020. Serviva una finestra di tempo di almeno 10 anni perché alcuni tumori associati all’alcol, come quelli della cavità orale o del seno, si sviluppano a distanza di tempo. Secondo i loro calcoli, il 4 per cento dei casi di cancro registrati nel 2020 può essere attribuito al consumo di alcol. In numeri assoluti si tratta di 741mila nuove diagnosi, di cui 570mila tra gli uomini. Esofago, fegato e seno sono i tumori più frequenti tra i consumatori di alcol. A rischiare di più sono i cosiddetti “bevitori forti” che consumano più di 60 grammi di etanolo al giorno (sei drink). Il 47 per cento dei casi di tumore correlati all’alcol (346mila casi) si registra in questa categoria. Il 39,4 per cento (292mila casi) riguarda invece chi beve tra i 20 e i 60 grammi di etanolo al giorno (da due a sei bicchieri di bevanda alcolica), definito “bevitore a rischio” (risky drinking).
ll consumo moderato (20 grammi, o fino a due drink al giorno) ha contribuito a quasi il 14 per cento delle nuove diagnosi, o a 1 caso su 7. Ci sono infine 41mila casi di cancro attribuibili ai consumatori leggeri (meno di 10 grammi al giorno, meno di un bicchiere).
La percentuale più alta di tumori attribuibili all'alcol è stata riscontrata tra gli uomini che bevevano quotidianamente da 30 a 50 grammi di etanolo e tra le donne che ne consumavano da 10 a 30 grammi.
Non sorprende che il numero più basso di nove diagnosi di tumore correlati all’alcol sia stato registrato in Paesi come l'Arabia Saudita e il Kuwait, dove l'alcol è ufficialmente proibito e in pochi trasgrediscono regolarmente al divieto.