Novembre è il mese dedicato alla salute maschile. L’occasione per parlare di prevenzione e terapie innovative
Novembre è il mese dedicato alla salute maschile, alla prevenzione e alla cura delle patologie urologiche più diffuse. È l’occasione per fare il punto sulle innovazioni che la scienza mette a disposizione per il trattamento di patologie come il tumore alla prostata, l’ipertrofia prostatica, l’incontinenza urinaria, la disfunzione erettile.
Tumore alla prostata, effetti collaterali e soluzioni terapeutiche
Si stima che nel corso della vita 1 uomo su 8 possa avere una diagnosi di neoplasia prostatica. La buona notizia è che le opzioni terapeutiche disponibili (sorveglianza attiva, radioterapia, chirurgia) sono diventate negli anni sempre più efficaci tanto che nel 75 per cento dei casi il paziente guarisce. Ma è fondamentale la diagnosi precoce per ridurre la necessità di intervento chirurgico.
Secondo i dati dell’associazione di pazienti Europa Uomo, buona parte dei pazienti che ha subito un intervento di asportazione del tumore alla prostata ha avuto pesanti effetti collaterali tra cui disfunzione erettile e incontinenza urinaria.
Disfunzione erettile, questa sconosciuta
Per molti uomini è ancora un tabù. Non se ne parla in famiglia, e, cosa ancora più grave, non ci si rivolge a uno specialista. Eppure la disfunzione erettile è un problema comune per il quale esistono soluzioni efficaci. Secondo i dati dell’European Association of Urology, la disfunzione erettile colpisce il 52 per cento degli uomini tra i 40 e i 70 anni ma può colpire anche uomini più giovani.
Il ventaglio di trattamenti è ampio: si va dalle cure farmacologiche (le terapie orali, le iniezioni di prostaglandina o papaverina) alle protesi che garantiscono il ripristino delle funzioni sessuali.
Incontinenza urinaria: un enorme problema individuale e sociale
Sono 1,4 milioni gli uomini sopra i 18 anni che soffrono di incontinenza urinaria in Italia. Il disturbo può essere associato all’età, a patologie specifiche (diabete, sclerosi multipla, Parkinson, ictus), a traumi o interventi chirurgici al bacino, a interventi di prostatectomia radicale a seguito di un carcinoma prostatico ma, anche, a interventi minori. Si stima che fino all’80 per cento degli uomini sottoposti a intervento chirurgico per un tumore alla prostata ne venga colpito, con una parte di pazienti (fra il 5 e il 10 % ) che continua a soffrirne a distanza di un anno dall’intervento. Sebbene esistano soluzioni avanzate come gli sfinteri urinari artificiali (dispositivi impiantabili mininvasivi), indicati dall’ European Association of Urology come prima soluzione terapeutica per i pazienti incontinenti a seguito di prostatectomia radicale, in Italia la risposta all’incontinenza sono ancora oggi i dispositivi per assorbenza (i “pannoloni”) e i trattamenti farmacologici.