Il cane è il miglior amico del maschio: annusando l’urina riconosce i casi gravi di tumore alla prostata
Florin e Midas sono i due cani (femmine) che hanno partecipato a un piccolo studio della Johns Hopkins. Grazie al potente olfatto riescono a riconoscere nei campioni di urina le sostanze chimiche associate ai tumori aggressivi
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Florin, un labrador di 4 anni, e Midas un bracco ungherese di 7 anni, sono i due cani, femmine entrambe, che hanno dimostrato doti diagnostiche speciali in un piccolo trial clinico descritto su PLOS ONE.
I due animali sono infatti riusciti a identificare gli uomini a rischio di sviluppare un tumore aggressivo alla prostata. E lo hanno fatto ricorrendo a un potente strumento avuto in dotazione dalla natura: l’olfatto.
I ricercatori della Johns Hopkins University hanno addestrato i due cani a segnalare la presenza nei campioni di urine di alcune sostanze chimiche associate ai tumori e a ignorare le altre. Le sostanze indicative di tumore alla prostata venivano aggiunte dagli scienziati in alcuni campioni di urine e non in altri. Gli animali, annusando i campioni di urina, hanno riconosciuto 5 tumori su 7 raggiungendo quindi un’accuratezza diagnostica del 71,4 per cento. Inoltre Florin ha correttamente individuato 16 campioni privi di elementi patologici su 21 (76,2 per cento) e Midas ne ha riconosciuti 14.
Quando i ricercatori hanno combinato i risultati ottenuti dai cani con quelli degli strumenti tradizionali dell’analisi chimica, come la gascromatografia-spettrometria di massa, il profilo batterico e l’intelligenza artificiale, hanno osservato che questo approccio multisistemico si rivela più sensibile e più specifico nell’individuare tumori aggressivi della prostata di qualunque altra tecnica usata da sola.
Un test diagnostico combinato che prevede anche l’uso degli animali permette quindi di individuare con elevata precisione tanto le persone sane (alta specificità con basso rischio di falsi positivi) quanto quelle malate (alta sensibilità con basso rischio di falsi negativi).
«Oltre al Psa, altri metodi per rilevare il cancro alla prostata fanno uso di un analizzatore molecolare chiamato spettrometro di massa gascromatografica per trovare i composti organici volatili (Cov) specifici o della tecnica di profilare la popolazione batterica in un campione di urina alla ricerca di specie associate al cancro. Ma questi test hanno delle limitazioni. Ci siamo chiesti se la capacità dei cani di rilevare le sostanze chimiche, combinata con spettrometro di massa gascromatografica, il profilo batterico e una rete neurale di intelligenza artificiale addestrata per emulare la capacità di rilevamento del cancro da parte dei cani, potesse migliorare significativamente la diagnosi di un timore alla prostata aggressivo», ha spiegato Alan W. Partin, urologo della Johns Hopkins, tra gli autori dello studio.
Il cancro alla prostata è la seconda causa di morte per tumore negli uomini nei Paesi ricchi. Ma non tutti i tumori hanno la stessa prognosi. Alcuni sono molto aggressivi e richiedono interventi terapeutici immediati, altri sono poco rischiosi e non necessitano di altro se non di un attento monitoraggio. Distinguere gli uni dagli altri è fondamentale per evitare il rischio di sovra- o sotto-trattamento.
L’esame del PSA, non accompagnato da altri accertamenti, è da tempo considerato poco affidabile perché può peccare per difetto, non riuscendo a diagnosticare casi gravi di persone che hanno valori nella norma, o per eccesso scambiando alterazioni innocue per campanelli d’allarme. L’olfatto di Florin e Midas ha dimostrato di saper fare di meglio. Una ragione in più per considerare il cane il miglior amico dell’uomo (in questo caso inteso come maschio).