Covid-19 ha un nuovo potenziale nemico
Si chiama eugenolo, è un composto naturale che nel suo patrimonio ha una piccola molecola che sembra capace di inibire la proteina 3CLpro del virus Sars-CoV-2, fondamentale per la sua replicazione. A suggerirlo è un recente studio, pubblicato su Pharmaceuticals, realizzato in collaborazione tra l’Istituto di nanotecnologia del Cnr e le Università della Calabria e di Saragozza.
Se è vero infatti che la campagna vaccinale contro Sars-CoV-2 procede, altrettanto vero è che c'è una quota di popolazione che si ammala in modo sintomatico anche dopo la vaccinazione e che c'è una parte più ampia che non è possibile immunizzare perché fragile o che si sottrae alla somministrazione. L’attenzione della comunità scientifica è pertanto rivolta anche alla ricerca di molecole da utilizzare direttamente come antivirali contro il Covid-19.
«I composti di origine naturale sono un possibile punto di partenza – spiega Bruno Rizzuti, ricercatore del Cnr-Nanotec di Rende e primo autore del lavoro - e spesso presentano alcuni vantaggi: struttura molecolare semplice e facilmente modificabile, assenza di brevetti, facile reperibilità e basso costo».
«Il nostro team di ricerca – ricorda Rizzuti - aveva già condotto studi sulla quercetina come molecola da utilizzare contro il Covid-19. I risultati del nuovo lavoro hanno mostrato che l’eugenolo, una piccola molecola naturale, è in grado di bloccare l’attività enzimatica della proteina 3CLpro, la proteasi principale utilizzata dal virus Sars- CoV-2 per la sua replicazione. L’eugenolo, rispetto alla quercetina, è attivo a una concentrazione circa dieci volte inferiore. Si tratta del composto non-sintetico più potente trovato finora contro il virus Sars-CoV-2, anche se sono necessari altri studi per migliorarlo».
L’eugenolo è il costituente principale dell'olio essenziale di diverse piante aromatiche, principalmente dei chiodi di garofano, ed è comunemente utilizzato come disinfettante locale in odontoiatria. «Quindi – ne deriva Filomena Conforti, docente all’Università della Calabria e coautrice del lavoro - è presumibile possa essere usato come antisettico della mucosa orale contro il coronavirus. Così come altre molecole a cui siamo esposti in natura, ha una buona tollerabilità nell’uomo e speriamo che si possano potenziare le sue proprietà come antivirale. Il fatto che si tratti di una sostanza di estrazione vegetale è solitamente accolto con favore dal grande pubblico che, a torto o a ragione, tende a fidarsi più facilmente dei rimedi di origine naturale».
L’eugenolo è attivo anche nei confronti di altri virus. «Questa molecola appare particolarmente efficace nel bloccare la proteasi principale 3CLpro del coronavirus. Abbiamo anche testato altri fitocomposti della stessa famiglia, in particolare estragolo e anetolo, presenti in basilico, finocchio e anice. Nonostante siano meno attivi dell’eugenolo, anche loro mostrano promettenti proprietà inibitorie» racconta Fedora Grande, ricercatrice dell’Università della Calabria. «Questo ci fornisce indicazioni sulle potenziali modificazioni che potrebbero essere apportate sulla struttura chimica comune tra queste molecole per migliorarne l’attività antivirale. Inoltre – conclude - queste molecole sono talmente piccole da poter essere considerate dei “frammenti chimici” utili per essere modificate al fine di ottimizzarne le proprietà».