Ecco perché pazienti e medici non vogliono intensificare la cura con insulina
Le persone con diabete di tipo 2 non controllato da un trattamento con insulina basale sono riluttanti ad aumentare le iniezioni e passare a un regime basal-bolus (più somministrazioni al giorno), nonostante il parere del medico. Le ragioni principali sono il timore di un aumento del peso (45%), il rifiuto ad accettare il peggioramento della malattia (44%), la paura dell’ipoglicemia (41%) e il non volersi sottoporre a più iniezioni al giorno (41%).
Sono questi alcuni risultati dello studio Poc (Perceptions of Control), che ha valutato la percezione del controllo del diabete, presentati al congresso mondiale dell’International Diabetes Federation (IDF) di Vancouver, in Canada. Lo studio ha raccolto informazioni tramite un sondaggio online su 300 medici, 1.012 adulti con diabete di tipo 2 non controllato (in Gran Bretagna, Svezia e Svizzera) e un gruppo di controllo di 295 adulti con diabete di tipo 2 controllato Ebbene, se le persone con diabete manifestano resistenza a intensificare la terapia insulinica, anche i medici non ne sono affatto entusiasti, spesso (62%) proprio perché sanno che i pazienti sono riluttanti a modificare il trattamento e per il timore che questo possa causare episodi di ipoglicemia (46%), specialmente in relazione al tipo di lavoro svolto dal paziente (54%). I medici, inoltre, sono preoccupati di consigliare un’intensificazione della cura in persone con malattie o alterazioni dello stato mentale (48%), scarse capacità cognitive (46%) o in caso di dubbio sulla corretta adesione alla cura (41%).
«Capire in che modo medici e pazienti prendano decisioni a proposito dell’intensificare la cura con l’insulina può migliorare il rapporto e il dialogo tra medico e paziente – commenta Meryl Brod, sperimentatore principale della ricerca - e favorire, laddove necessario, questo delicato passaggio nella vita di una persona con diabete. Rispondere alle preoccupazioni dei pazienti, fornendo loro più informazioni, può facilitare questo processo – aggiunge - aumentando il numero di chi decida di accettare di cambiare la propria terapia per raggiungere un miglior controllo del diabete».