I pipistrelli non si ammalano di Covid-19
I pipistrelli riescono a tenere a bada gli innumerevoli virus con i quali convivono senza ammalarsi grazie alle variazioni della loro temperatura corporea.
È questa la risposta dei ricercatori del Center for Complexity & Biosystems (CC&B) dell'Università di Milano alla domanda su come facciano i pipistrelli, spesso ritenuti responsabili vettori di malattie virali e chiamati in causa anche nell'attuale pandemia, a convivere con i virus (compresi vari tipi di Coronavirus) senza ammalarsi.
Le specie di pipistrelli che abitano il nostro pianeta sono più di 1.400, circa un quarto di tutte le specie di mammiferi. Popolano ogni tipo di habitat e sono gli unici mammiferi capaci di combattere in modo prolungato. Alcune specie sono capaci di andare in letargo durante la stagione invernale, quando la temperatura diminuisce, le prede sono scarse e il fabbisogno di cibo può facilmente superare le risorse disponibili. Durante il giorno, la maggior parte dei pipistrelli diminuisce la propria attività ed entra in torpore per rimettersi in caccia all'alba quando la temperatura esterna è più bassa e il cibo è più abbondante.
In un articolo appena pubblicato sul Journal of Royal Society Interface, i ricercatori del CC&B guidati da Caterina La Porta, docente di Patologia generale al Dipartimento di Scienze e politiche ambientali dell’Università di Milano, e Stefano Zapperi, docente di Fisica teorica al Dipartimento di Fisica della stessa università, hanno dimostrato che le peculiari variazioni della temperatura corporea dei pipistrelli sono al centro della loro non convenzionale coesistenza con i virus. Utilizzando un modello minimo di interazione virus-ospite e analizzando i dati sperimentali della letteratura, i ricercatori sono stati in grado di valutare il contributo del torpore quotidiano nel mantenimento delle infezioni virali croniche nei pipistrelli.
«Abbiamo dimostrato che il torpore quotidiano contribuisce anche a una riduzione della risposta immunitaria, prevenendo i rischi correlati a una infiammazione cronica» spiega La Porta. «Il nostro modello di interazione tra virus e risposta immunitaria presenta interessanti caratteristiche matematiche – aggiunge Zapperi - che mostrano come un attrattore quasi periodico non caotico rende il sistema più robusto contro le perturbazioni del ciclo sonno-veglia»