Italiani bocciati in reumatologia. Gli specialisti chiedono un fondo per i farmaci biologici

Il sondaggio

Italiani bocciati in reumatologia. Gli specialisti chiedono un fondo per i farmaci biologici

di redazione

Sembra impossibile, ma ci sono italiani (1,5 su dieci) che non hanno mai sentito parlare di malattie reumatiche e autoimmuni. Più nel dettaglio: il 24% non conosce la fibromialgia, il 16% non sa dire cosa sia la gotta e uno su tre ignora l’esistenza di connettiviti e artrite psoriasica. Artrosi e artriti sono invece note al 65% e 57% dei nostri concittadini, ma più della metà non conosce la ben più grave artrite reumatoide. Inoltre, quasi la metà degli italiani (il 45%) non sa che esistono terapie mediche efficaci contro le malattie reumatiche.

Sono alcuni risultati del sondaggio svolto dalla Società italiana di reumatologia (Sir) su oltre 3 mila italiani adulti nell'ambito del progetto #Reumadays. Gli esiti dell’indagine e dell’interna iniziativa condotta dalla Società scientifica in 11 città della Penisola sono stati presentati martedì 22 maggio a Roma. I tre principali obiettivi del progetto erano di favorire la prevenzione primaria dei disturbi attraverso stili di vita sani, far comprendere l’importanza delle diagnosi precoci e rilanciare l’importanza del ruolo del reumatologo nel sistema sanitario del Paese. Durante il tour sono stati anche eseguiti più di 1.800 dimostrazioni pratiche d’esami diagnostici e consulti medici gratuiti e distribuiti più di 10 mila opuscoli informativi.

«Le patologie reumatiche rappresentano una grande sfida per l’interno Paese» sostiene Luigi di Matteo, vicepresidente della Sir. «Sono più di 150 disturbi diversi – ricorda - che colpiscono complessivamente oltre 5 milioni di connazionali. Le più frequenti come artrosi, artriti e osteoporosi interessano un italiano su cinque. E per le forme croniche spendiamo ogni anno oltre 4 miliardi di euro. Numeri importanti, dunque, che però non sembrano trovare sufficiente attenzione da parte dell’opinione pubblica. Quelle reumatiche sono malattie che non hanno la stessa notorietà dei tumori, del diabete o dell’ipertensione. Per questo abbiamo deciso di incontrare i cittadini con un progetto pilota che verrà ampliato nelle prossime edizioni per cercare di raggiungere un sempre maggiore numero di persone».

«Abbiamo voluto partecipare alla campagna educazionale della Sir per mettere in guardia tutti i cittadini su malattie che non possono e non devono essere più sottovalutate» spiega Silvia Tonolo, presidente di Anmar, una delle trenta associazioni che hanno partecipato alla campagna. «Più dell’80% degli italiani pensa erroneamente che l’età sia uno dei principali fattori di rischio – sottolinea Tonolo - mentre è dimostrato dalle statistiche internazionali che possono colpire anche persone con meno di 40 anni o addirittura i bambini»

Per migliorare l’assistenza ai malati, «è necessaria una profonda riorganizzazione della reumatologia del nostro Paese» sostiene infine Manuela Di Franco, delegato regionale Sir per il Lazio. Oggi si calcola che, per esempio, un paziente su quattro con artrite reumatoide vive in una condizione di disabilità grave. «È un dato più alto rispetto a quello registrato in diversi Paesi europei» ricorda Di Franco. «Va quindi creato un fondo nazionale per i farmaci biologici – aggiunge - in modo da garantire a tutti queste terapie. Inoltre vanno istituite e rese operative il prima possibile su tutto il territorio nazionale le reti reumatologiche regionali. Infine bisogna incentivare la ricerca scientifica in questa branca della medicina».