Il marketing del latte artificiale è troppo aggressivo e dannoso per la salute dei neonati

La denuncia di Oms e Unicef

Il marketing del latte artificiale è troppo aggressivo e dannoso per la salute dei neonati

Esiste un codice internazionale che dovrebbe regolamentare il marketing del latte artificiale. Ma le aziende lo ignorano e continuano a invogliare con ogni mezzo le donne a rinunciare all’allattamento al seno. L’opera di convincimento è rivolta anche agli operatori sanitari

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Immagine: Blmurch, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons
di redazione

Ovunque, dal Messico, alla Nigeria, alla Cina o al Regno Unito, quando una donna rimane incinta le aziende che producono latte artificiale, c’è da scommetterci, vengono a saperlo. E da quel momento in poi partono all’attacco con campagne di marketing capillari e aggressive in grado di raggiungere una futura mamma su due che mettono a rischio l’allattamento al seno violando gli accordi internazionali sul commercio dei prodotti in formula. Lo denunciano l’Oms e l’Unicef in un rapporto congiunto che raccoglie i risultati di un’indagine condotta tra 8.500 genitori e 300 operatori sanitari in Bangladesh, Cina, Messico, Marocco, Nigeria, Sud Africa, Regno Unito e Vietnam.

In media il 51 per cento delle donne incinte viene intercettato dalle pubblicità del latte artificiale, ma in alcuni Paesi come Regno Unito si arriva all’84 per cento e in Cina addirittura al 97 per cento. Di conseguenza molte donne rinunciano all’allattamento al seno. 

Il rapporto, dal titolo “How marketing of formula milk influences our decisions on infant feeding”, denuncia la sistematica violazione da parte delle aziende degli accordi internazionali siglati nel 1981 con l’International Code of Marketing of Breast-milk Substitutes (the Code), il “patto” con cui i produttori si impegnavano a non interferire sulla scelta delle donne di allattare al seno. 

Dall’indagine emerge che il business del latte artificiale, che attualmente vale 55miliardi di dollari, cresce grazie a inaccettabili colpi bassi, a strategie di marketing eticamente discutibili, a campagne pubblicitarie che calpestano il diritto alla salute dei neonati. Le tecniche per vendere il latte artificiale vanno dai messaggi on line non autorizzati, agli avvisi sui social network, alle promozioni e agli omaggi e alle pressioni sugli operatori sanitari. Si tratta, dicono gli autori del rapporto, di informazioni scientificamente infondate che rischiano di compromettere la salute dei bambini privandoli dei benefici del latte materno. 

«Questo rapporto mostra molto chiaramente che il marketing del latte artificiale rimane pervasivo, fuorviante e aggressivo in maniera inaccettabile. Le norme sul marketing devono essere adottate e applicate con urgenza per proteggere la salute dei bambini», ha affermato Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms. 

In tutti i Paesi inclusi nel sondaggio, le donne avevano espresso un forte desiderio di allattare esclusivamente al seno (dal 49% delle donne in Marocco al 98% in Bangladesh). Tuttavia, il rapporto mostra in dettaglio come  un’incessante pioggia di informazioni fuorvianti riesca a minare la fiducia delle donne nella loro capacità di allattare per via naturale con successo.  Le neomamme vengono raggiunte da messaggi ingannevoli di tutti i tipi: si va dalla necessità di integrare il latte materno con quello artificiale nei primi giorni di vita, ai benefici degli ingredienti del latte artificiale sullo sviluppo e il sistema immunitario del bambini, alla capacità del latte in polvere di saziare di più, fino alla perdita di qualità del latte materno con il passare del tempo.

È tutto falso, sottolineano gli esperti dell’Oms e dell’UNicef:  l’allattamento al seno entro la prima ora dalla nascita e proseguito in maniera esclusiva esclusiva per sei mesi protegge da  tutte le forme di malnutrizione infantile e e procura le difese immunitarie contro molte malattie infantili comuni. 

Il latte materno giova anche alle mamme allontanando  il rischio di diabete, obesità e di alcune forme di cancro. Eppure, a livello globale, solo il 44 per cento dei bambini di età inferiore ai 6 mesi viene allattato esclusivamente al seno.

«Messaggi falsi e fuorvianti sull'alimentazione artificiale sono un ostacolo sostanziale all'allattamento al seno, che sappiamo essere il nutrimento migliore per i bambini e le madri. Abbiamo bisogno di solide politiche, leggi e investimenti a favore dell’allattamento al seno per garantire che le donne siano protette da tecniche di marketing non etiche e abbiano accesso alle informazioni e al sostegno di cui hanno bisogno per crescere le loro famiglie», ha dichiarato Catherine Russell, direttore esecutivo dell’Unicef.

Ma le aziende non si rivolgono solo alle donne. Uno degli aspetti più preoccupanti emerso dall’indagine è l’opera di convincimento rivolta ai medici e agli operatori sanitari. In tutti i Paesi l'industria dell'alimentazione infantile cerca di influenzare le loro opinioni con regali, promozioni, finanziamenti per la ricerca, inviti a convegni, spingendoli così a raccomandare alle mamme il latte artificiale. 

Più di un terzo delle donne intervistate ha affermato di aver ricevuto da un operatore sanitario l’indicazione precisa di una marca specifica di un prodotto sostitutivo del latte materno. 

L’Oms e l'Unicef chiedono ai governi, agli operatori sanitari e all'industria degli alimenti per l'infanzia di iniziare a rispettare pienamente le regole del Codice sul marketing del latte artificiale del 1981.