Medicina generale: alleanza pubblico-privato per “transizione tecnologica”, ricette e visite
La sanità territoriale è ancora poco digitalizzata e a pagarne le conseguenze sono sia i medici di famiglia che i pazienti. Tuttavia esistono soluzioni tecnologiche in grado di “liberare” il medico di famiglia della burocrazia e di semplificare l'accesso dei pazienti ai loro ambulatori. I sistemi digitali hanno già rivoluzionato la sanità specialistica che, stando ai dati di MioDottore Connect, oggi è venti volte più digitalizzata delle cure primarie in termini numerici. Questo ora si rende necessario anche nella Medicina generale con una tempestiva transizione tecnologica. Anche perché può migliorare una condizione che, secondo una recente indagine condotta da PKE, vede il 60% dei medici di famiglia contrari alla riforma della sanità, considerata ‘peggiorativa’, e per il 77% dei quali la burocrazia mortifica la professione, compromettendo il rapporto medico-paziente.
Il tema è stato al centro della tavola rotonda “Territorio, prossimità e digitalizzazione. Quale futuro per le cure primarie e la medicina di famiglia?”, organizzata da MioDottore Connect che si è svolto martedì 28 marzo a Roma.
La digitalizzazione «è fondamentale per ridurre le distanze che esistono tra i vari livelli della nostra nazione, tra le zone interne e quelle metropolitane» ha spiegato nella sua introduzione il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato.
«Fino a qualche anno fa i medici di medicina generale sono stati più che altro un punto di riferimento per il paziente cronico più anziano» ricorda Silvestro Scotti, segretario generale della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg). «Le sale d'attesa piene – prosegue - respingono il paziente lavoratore e quello più giovane. Ma oggi la richiesta di cure primarie da parte dei cittadini più giovani è aumentata e ora abbiamo l'opportunità straordinaria di riavvicinarci a questi pazienti. Per sfruttarla dobbiamo imparare ad affidarci ai sistemi di eHealth che consentono di semplificare il nostro lavoro e l’accesso dei pazienti».
«Recuperare tempo prezioso da restituire al dialogo e al consolidamento del rapporto di fiducia fra medico e paziente è un obiettivo qualificante, dal nostro punto di vista, della tecnologia al servizio della salute – spiega Annalisa Mandorino, presidente di Cittadinanzattiva – soprattutto per le giovani generazioni che rischiano altrimenti di restare lontano dagli studi dei medici di Medicina generale. Allo stesso tempo la eHealth può sostenere un approccio alle cure più personalizzato anche nei confronti di pazienti cronici e anziani, e sburocratizzare accessi e percorsi per tutelare la loro salute».
Le soluzioni di eHealth sono «una grande opportunità per aumentare l’efficacia e la tempestività di risposta ai bisogni di cura e assistenza di bambini e ragazzi e delle loro famiglie» conviene Antonio D’Avino, presidente della Federazione italiana medici pediatri (Fimp).
«La nostra realtà è impegnata da tempo per snellire la burocrazia – dice infine Luca Puccioni, CEO di MioDottore – ottimizzando i tempi e l'afflusso dei pazienti in sala d'attesa. Siamo convinti che la risposta a molte delle esigenze di medici e pazienti sia semplificare e pensare soluzioni user-friendly».