Miliardi di persone nel mondo respirano aria inquinata

L’allarme dell’Oms

Miliardi di persone nel mondo respirano aria inquinata

Non si salva nessuno. Nella maggior parte delle città dove viene effettuato il monitoraggio i livelli di diossido di azoto sono sopra i limiti di sicurezza. Va un po’ meglio per il PM 2,5 e 10 nei Paesi ad alto reddito. I dati aggiornati dell'OMS

Tianjin_Haihe_Italian_Business_Park,_Hebei,_Tianjin,_China,_300000_-_panoramio_(6).jpg

Immagine: Matthew Summerton, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons
di redazione

Non si salva nessuno. Il 99 per cento della popolazione mondiale di cui si conoscono i dati respira aria inquinata. L’allarme arriva dall’ultimo aggiornamento del database dell’Oms sulla qualità dell’aria con i dati di 6mila città in 117 Paesi sulle concentrazioni di particolato atmosferico (PM 2,5 e PM 10) e diossido di azoto (misurato per la prima volta a terra). 

Le differenze tra Paesi 

I Paesi a reddito più elevato registrano un minore inquinamento da particolato, ma la maggior parte delle città indipendentemente dal reddito ha segnalato livelli medi annuali di biossido di azoto superiori a quelli considerati sicuri. 

Nel 17 per cento delle città dei Paesi ad alto reddito le concentrazioni di PM2,5 o PM10 sono al di sotto della soglia di rischio, mentre  nei Paesi a basso e medio reddito, la qualità dell'aria è conforme alle linee guida dell’OMS in meno dell’1 per cento delle città. 

Circa 4mila città in 74 Paesi misurano livelli di diossido di azoto a livello del suolo. Dai dati raccolti emerge che solo il 23 per cento delle persone che vive in quelle città respira concentrazioni medie annuali di diossido di azoto all’interno dei limiti stabiliti dalle Linee guida sulla qualità dell'aria dell’OMS.

I danni alla salute

I danni causati dall'inquinamento atmosferico alla salute sono oramai accertati, ricordano gli esperti dell’Oms, in particolare il PM2,5, è in grado di penetrare in profondità nei polmoni ed entrare nel flusso sanguigno, causando problemi cardiovascolari, cerebrovascolari (ictus) e respiratori.

Il diossido di azoto d’altro canto è associato a malattie respiratorie, in particolare all'asma, che si manifestano con sintomi come tosse, respiro sibilante o difficoltà respiratorie e che comportano un aumento dei ricoveri ospedalieri e delle visite al pronto soccorso. 

«Dopo essere sopravvissuti a una pandemia, è inaccettabile avere ancora 7 milioni di decessi prevenibili e innumerevoli anni di buona salute perduti a causa dell'inquinamento atmosferico» ha affermato la Maria Neira, a capo del Dipartimento per l'ambiente, i cambiamenti climatici e la salute dell’Oms. 

Alla luce dei dati, l’Oms chiede ai governi di accelerare gli interventi per migliorare la qualità dell’aria, a partire dalla riduzione dell’uso dei combustibili fossili principali responsabili dell’inquinamento. 

Le raccomandazioni dell’Oms

Gli esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità indicano le attività  che i Paesi dovrebbero intraprendere per ridurre l’inquinamento atmosferico. 

- Allineare gli standard nazionali di qualità dell'aria alle ultime linee guida dell'Oms sulla qualità dell’aria che prevedono una concentrazione media annuale di PM 2,5 di 5 µg/m3 con una media giornaliera di 15, una media annuale di PM 10 di 15 µg/m3 e giornaliera di 45, una media annuale di diossido di azoto di 10 µg/m3 e giornaliera di 25. 

- Monitorare la qualità dell'aria e identificare le fonti di inquinamento atmosferico

- Sostenere la transizione verso l'uso esclusivo di energia pulita in ambiente domestico per cucinare, riscaldare e illuminare

- Costruire sistemi di trasporto pubblico sicuri e convenienti e reti stradali adatte ai pedoni e ai ciclisti

- Aumentare standard di efficienza con un più rigido limite delle emissioni dei veicoli e imporre l'ispezione e la manutenzione obbligatorie per il veicolo

- Investire in abitazioni a basso consumo energetico e nella produzione di energia

- Migliorare la gestione dei rifiuti industriali e urbani

- Ridurre l'incenerimento dei rifiuti agricoli, gli incendi boschivi e alcune attività agroforestali (es. produzione di carbone)

- Includere l'inquinamento atmosferico nei programmi di studio per gli operatori sanitari