Non solo ospedale. Il 30 per cento dei pazienti oncologici può essere assistita anche a domicilio

Fondazione Periplo

Non solo ospedale. Il 30 per cento dei pazienti oncologici può essere assistita anche a domicilio

di redazione

In Italia vivono più 3 milioni e 600 mila persone che hanno ricevuto una diagnosi di tumore. Quasi un terzo (il 30%, oltre un milione) può essere seguito sul territorio, con notevoli risparmi per il sistema sanitario. In particolare, almeno il 20% dei casi di cancro del polmone, il 30% di quelli del colon-retto e più del 50% della mammella vanno gestiti al di fuori degli ospedali. Ma oggi, nel nostro Paese, non esiste ancora l’oncologia del territorio.

Per promuovere un cambiamento in questa direzione dell’assistenza ai pazienti oncologici è nata Fondazione Periplo, presentata venerdì 5 marzo in una conferenza stampa on line.

«I passi in avanti in oncologia sono determinati non solo dal singolo farmaco, ma anche dall’appropriatezza di un percorso assistenziale complesso – spiega Pierfranco Conte, presidente della Fondazione Periplo e direttore della Divisione di Oncologia medica 2 all'Istituto oncologico veneto (Iov) di Padova - che va dalla diagnosi precoce, alla corretta stadiazione, all’intervento chirurgico, all’analisi anatomo-patologica e molecolare, fino alla scelta appropriata delle terapie e al follow up».

Uno studio condotto proprio dallo Iov ha quantificato in 21.328 euro all’anno per paziente il costo medio delle terapie e dell'ospedalizzazione della forma più comune di tumore del polmone, quella non a piccole cellule, che rappresenta l’87% dei casi. Con differenze, però, in relazione agli stadi della malattia: nello stadio I è di 16.291 euro, di 19.530 nel II, 21.938 nel III, 22.175 nel IV e a 28.711 nei tumori di Pancoast, che interessano l’apice polmonare e le ultime radici del plesso brachiale. «Questa analisi è importante – sottolinea Conte - perché vuole sensibilizzare i clinici sull’utilizzo appropriato delle risorse e indirizzare le Istituzioni nelle scelte sulla loro allocazione. Uno degli obiettivi di Fondazione Periplo è promuovere un diverso sistema di rimborsabilità delle prestazioni, che superi le singole voci di costo per considerare la presa in carico complessiva della patologia».

La pandemia da Covid-19 «ha attivato modelli emergenziali sperimentali di presa in carico del paziente oncologico a distanza e a livello territoriale o domiciliare - spiega Gianni Amunni, presidente dell'Associazione Periplo e direttore dell'Istituto per lo studio, la prevenzione e la rete oncologica (Ispro) – con discreta efficacia delle prestazioni, anche in assenza di chiari modelli organizzativi. Ora serve un cambio di passo per istituire l’oncologia del territorio, oggi del tutto assente».

Il progetto SMART, sostenuto da Periplo, intende «ridisegnare il paradigma dell’assistenza oncologica – prosegue Amunni - superando i muri tra le istituzioni sanitarie e promovendo competenze adeguate anche al di fuori dell’ospedale». Il punto di partenza è definire quanta parte del percorso oncologico possa essere svolta sul territorio. Alcuni trattamenti di medio e basso impegno assistenziale «possono essere eseguiti al domicilio del paziente – spiega il presidente di Periplo - sotto controllo specialistico in sinergia con il medico di famiglia. Una quota crescente di pazienti che assumono terapie orali continuative può, sotto controllo specialistico, essere gestita sul territorio da nuove figure come gli oncologi territoriali ambulatoriali. Anche il follow-up si configura come un esempio di medicina di iniziativa da affidare all’esterno dell’ospedale. Deve, inoltre, essere prevista una cartella clinica informatizzata unica, ospedale e territorio, alimentata da tutti i professionisti coinvolti nelle diverse fasi del percorso».