Il ruolo del farmacista nel nuovo Servizio sanitario nazionale
La Misura 6 del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) rende disponibili risorse per oltre 15 miliardi per la sanità. In questo scenario, quale nuovo ruolo e quali priorità, competenze e responsabilità possono essere attribuite al farmacista?
Alcune possibili risposte a questo interrogativo, contenute nel nuovo numero dell'Italian Health Policy Brief, sono state al centro della discussione on line di mercoledì 7 luglio tra degli autori della pubblicazione.
«L’esperienza di questi mesi di pandemia deve essere uno stimolo a sciogliere nodi da troppo tempo irrisolti», auspica il presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (Fofi), Andrea Mandelli, che indica la riforma dell’assistenza territoriale e il potenziamento della rete ospedaliera, ambiti nei quali «il farmacista può e deve svolgere un ruolo trasversale». Sul territorio «un modello di farmacia che va oltre la semplice dispensazione del farmaco – prosegue Mandelli - avrebbe potuto dare un contributo ancora superiore a quello che già ha dato in questa emergenza per garantire ai cittadini l’accesso alle cure. A questo tema si ricollega quello delle vaccinazioni in farmacia, per due aspetti: il primo è che ha mostrato l’efficacia della collaborazione tra farmacista ospedaliero e farmacista di comunità nella gestione dei vaccini; il secondo è che rendere le vaccinazioni una delle prestazioni standard della farmacia permette di superare il modello emergenziale degli hub, restituendo i medici che vi operano alle funzioni di diagnosi e cura».
La pandemia, secondo Marco Cossolo, presidente di Federfarma, l'associazione dei titolari di farmacie territoriali private, «ha portato con sé un periodo di transizione: sta a noi coglierne le opportunità per accelerare lo sviluppo della farmacia e gestire il cambiamento in atto».
Per Arturo Cavaliere, presidente della Società italiana di farmacia ospedaliera-(Sifo), «fare rete e fare squadra è l'elemento imprescindibile per ambire a progetti ambiziosi» e oggi l'obiettivo di un nuovo rapporto tra ospedale e territorio «si raggiunge proprio attraverso una rinnovata relazione tra farmacisti ospedalieri e farmacisti di comunità». Nell'ottica di un «virtuoso fare rete», per Cavaliere «è arrivato il momento di una rivisitazione del Prontuario della distribuzione diretta annuale, proposta che già negli anni scorsi era stata avanzata proprio da Andrea Mandelli».
«La risposta al bisogno di una migliore assistenza sul territorio non sono le case di comunità, la cui realizzazione non è compatibile con i tempi del Pnrr – sostiene infine lo stesso Mandelli - ma il rafforzamento di quanto esiste già e ha già dato prova della sua efficacia. Mi metto nei panni dei cittadini: questi, cioè tutti noi, non ne avranno alcun vantaggio. Per cui dico: mettiamo le risorse nelle risposte reali di prossimità e sicuramente centreremo l'obiettivo di migliorare e potenziare il Servizio sanitario nazionale».