I super-batteri colpiscono anche gli occhi: infezioni alla cornea resistenti in 9 casi su 10

L’allarme

I super-batteri colpiscono anche gli occhi: infezioni alla cornea resistenti in 9 casi su 10

di redazione

I super batteri sono un pericolo anche per gli occhi. Il problema dell’antibiotico-resistenza nelle infezioni oculari è in aumento e compromette la cura delle cheratiti, cioè le infiammazioni della cornea che possono evolvere in gravi infezioni fino alla perdita dell’occhio, soprattutto a seguito di interventi chirurgici, in maggior parte di cataratta. 

A mettere in guardia sui rischi della perdita di efficacia dei comuni antibiotici, in vista della Giornata europea degli antibiotici del 18 novembre, sono gli esperti della Società Italiana di Scienze Oftalmologiche al simposio della Società Internazionale Cornea, Staminali e Superficie Oculare (S.I.C.S.S.O.), organizzato in occasione del primo congresso congiunto con l’Associazione Italiana Medici Oculisti, appena concluso a Roma all’Università Cattolica del Sacro Cuore. 

Sul banco degli imputati soprattutto l’uso eccessivo di colliri antibiotici contro le congiuntiviti, che hanno contribuito a un aumento dei fallimenti clinici. Tra le principali cause anche l’autoprescrizione, la prescrizione impropria degli antibiotici da parte del medico di base o del farmacista, l’uso profilattico prima dell’intervento e l’utilizzo prolungato nel postoperatorio. 

«L’uso fai da te degli antibiotici è un grave errore. La maggior parte delle congiuntiviti infatti è di origine virale e gli antibiotici risultato inefficaci. Ma l’antibiotico-resistenza nelle infezioni oculari è anche il conto che si paga per le troppe prescrizioni degli antibiotici da parte del medico di base o del farmacista e per l’uso profilattico pre e post operatorio. È ancora troppo diffusa l’abitudine di prescrivere l’antibiotico dai 3 ai 7 giorni prima dell’intervento e fino a un mese dopo a scalare. La terapia antibiotica dovrebbe essere fatta solo e quando è riconosciuta una patologia di origine microbica e somministrata esclusivamente dal medico curante. L’uso profilattico dovrebbe invece essere limitato alla sola fase post chirurgica a dosaggio pieno perché le dosi troppo basse favoriscono le resistenze», avverte Scipione Rossi, direttore UOC Ospedale Oftalmologia San Carlo di Nancy di Roma e Segretario Tesoriere della SISO. 

Stafilococco, Streptococco e Pseudomonas Aeruginosa, sono tra i super-batteri con livelli più alti di resistenza individuati in campo oftalmologico. «Questi patogeni interessano per la grande maggioranza infezioni corneali che registrano le più alte resistenze agli antibiotici con 9 casi su 10 insensibili alle terapie. Infatti, come dimostra uno studio americano sulla sorveglianza delle infezioni oculari, l’87 per cento degli stafilococchi, maggiori responsabili delle infezioni corneali, sono diventati resistenti alle principali classi di antibiotici usati in oftalmologia, in particolare alla tobramicina tra i più utilizzati, che negli USA è stata vietata per l’impiego nella profilassi antibiotica», dichiara Vincenzo Sarnicola, membro del consiglio direttivo SISO. 

Le infezioni corneali da lenti a contatto più esposte ai batteri, se non bene igienizzate, e post-operatorie sono in aumento anche a causa dell’effetto dei cambiamenti climatici che stanno facendo ammalare, o rendendo più vulnerabili ad ammalarsi milioni di persone in tutto il mondo.  Anche l’inquinamento atmosferico può favorire le infezioni corneali. Per proteggere gli occhi dallo smog e dalle radiazioni ultraviolette è bene indossare occhiali da sole anche d’inverno pure se è nuvoloso, idratarsi abbondantemente, evitare l’esposizione prolungata in aree particolarmente trafficate e consultare tempestivamente lo specialista se l’irritazione degli occhi si manifesta con ricorrenza per evitare che si cronicizzi e l’insorgenza di conseguenze più gravi.