Tumore del polmone: si potrebbero avere 5 mila morti in meno ogni anno in Italia con la Tac a basso dosaggio

Il Manifesto

Tumore del polmone: si potrebbero avere 5 mila morti in meno ogni anno in Italia con la Tac a basso dosaggio

di redazione

Lo screening del tumore del polmone potrebbe evitare ogni anno, in Italia, più di 5 mila decessi e per questo dovrebbe essere essere inserito tra i Livelli essenziali di assistenza (Lea).

A chiederlo sono gli esperti che hanno stilato il “Manifesto italiano PolmoniAMO”, presentato martedì 24 maggio a Milano e realizzato con il sostegno di AstraZeneca.

Con la tomografia computerizzata del torace a basso dosaggio (Low-Dose Computed Tomography, LDCT) è infatti possibile aumentare il numero delle diagnosi in fase precoce dall’attuale 25% fino al 60%, consentendo di candidare i pazienti a un intervento chirurgico meno invasivo e al trattamento con farmaci innovativi, aumentando così le probabilità di guarigione. Con un importante impatto anche dal punto di vista economico, se si considera che il carcinoma polmonare ha un costo di 2,5 miliardi di euro ogni anno, che include sia le uscite dirette (sanitarie) sia quelle indirette (sociali).

Questo tumore «finora ha ricevuto meno attenzione rispetto ad altre – sostiene Giorgio Vittorio Scagliotti, direttore della Divisione di Oncologia medica dell’Università di Torino e coordinatore scientifico di “PolmoniAMO” - anche a causa dello stigma sociale, riconducibile alla storia di tabagismo nella maggioranza dei pazienti. La Tac a basso dosaggio rappresenta una promettente strategia salvavita, ma a oggi non rientra nella pratica clinica e nei programmi di prevenzione secondaria rimborsati dal Servizio sanitario nazionale. Studi clinici hanno dimostrato che questo approccio riduce del 20-25% la mortalità nei forti fumatori, che si può tradurre in oltre 5 mila decessi in meno ogni anno nel nostro Paese. Si stima che la popolazione candidabile a screening polmonare con Tac a bassa dose, secondo le linee guida internazionali, sia compresa tra 600 mila e 800 mila cittadini nel nostro Paese».

Con il Decreto legge Sostegni-bis sono stati erogati 2 milioni di euro per il biennio 2021-2022 per sostenere il primo programma nazionale sperimentale di screening polmonare. Grazie al finanziamento, il ministero della Salute e le Regioni hanno costituito la Rete italiana screening polmonare (Risp, www.programmarisp.it). «Si tratta del primo programma gratuito di diagnosi precoce del tumore del polmone» sottolinea Ugo Pastorino, direttore della Chirurgia toracica dell'Istituto nazionale tumori di Milano e coordinatore scientifico di “PolmoniAMO”. «È rivolto a persone di età compresa fra 55 e 75 anni – precisa - che consumino un pacchetto di sigarette al giorno da più di trenta anni. Possono partecipare anche i forti fumatori che hanno smesso da meno di quindici anni».

Nel 2020 in Italia sono state stimate circa 41 mila nuove diagnosi di cancro del polmone (27.550 uomini e 13.300 donne). In sei anni, tra il 2015 e il 2021, il tasso di mortalità è diminuito del 15,6% negli uomini ed è aumentato del 5% nelle donne. Preoccupanti però i dati di sopravvivenza a cinque anni: 16% negli uomini e 23% nelle donne. Purtroppo, oggi il 75-80% dei casi di carcinoma polmonare è diagnosticato in fase avanzata, con ridotte probabilità di guarigione e con costi elevati a livello individuale e sociale. Solo nel 14% dei pazienti viene posta la diagnosi in stadio IA, con tassi di sopravvivenza a cinque anni del 92%.

Il Programma Risp «è finalizzato a sperimentare un intervento di prevenzione e monitoraggio del tumore del polmone con Ldct - spiega Daniela Galeone, della Direzione generale Prevenzione sanitaria del ministero della Salute - per valutare la fattibilità di programmi personalizzati di diagnosi precoce in popolazioni ad alto rischio nel contesto italiano. Fondamentale nel Programma Risp sarà l’attività di supporto alla cessazione dal tabagismo offerta attivamente a tutti i soggetti reclutati e monitorata negli esiti».

«Guidata dalla solidità scientifica e dall’innovazione, AstraZeneca da sempre si impegna nel rivoluzionare la cura del tumore del polmone attraverso lo sviluppo di terapie e servizi che migliorino in modo significativo il trattamento, la sopravvivenza e la qualità di vita dei pazienti» assicura infine afferma Mirko Merletti, vicepresidente Oncology dell'azienda, nel ricordare che AstraZeneca è membro fondatore della Lung Ambition Alliance, una partnership tra organizzazioni, che includono l’International Association for the Study of Lung Cancer (IASLC), Guardant Health e la Global Lung Cancer Coalition (GLCC), «con l’obiettivo di migliorare la condizione delle persone affette da tumore del polmone. Nell’ambito della Lung Ambition Alliance, l’impegno di AstraZeneca si concretizza in Italia in diversi progetti, tra cui il “Manifesto PolmoniAMO” e la Risp».