Innovazione e formazione per operare il cuore senza bisturi
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Intervenire sul cuore senza bisturi. È questa la rivoluzione che negli ultimi anni ha cambiato la cardiologia offrendo un’opzione terapeutica anche a pazienti che prima non avevano alcuna chance di trattamento.
«La tecnologia mini-invasiva e transcatetere permette di eseguire interventi chirurgici che prima erano giudicati troppo rischiosi per la cardiochirurgia. Quindi, molti interventi che prima avevano un rischio operatorio elevato oggi possono essere affrontati più facilmente, ma soprattutto con un trauma inferiore e con un recupero molto più veloce», spiega Giuseppe Speziale, coordinatore della cardiochirurgia di GVM Care & Research e presidente della Mitral Academy. «Pensiamo ai pazienti fragili, agli anziani a quelli che hanno molte malattie concomitanti. Oggi, grazie a questo tipo di intervento, queste persone possono essere operate con maggiore successo», aggiunge Speziale.
Lo abbiamo incontrato a margine del corso dedicato all’ecocardiografia 3D (“Ruolo dell’ecocardiografia tridimensionale in cardiochirurgia e nell’interventistica strutturale”), all’ospedale San Carlo di Nancy di Roma. Non ci potrebbe essere infatti innovazione nel trattamento mini-invasivo senza un parallelo sviluppo delle tecnologie diagnostiche.
«L’ecocardiografia tridimensionale è un tipo di ecografia che utilizza la terza dimensione e questo si traduce in vantaggi nella pratica clinica. Permette non soltanto la quantificazione del “volume del cuore” ma è fondamentale anche nella ricostruzione valvolare: attraverso il 3D siamo in grado di fornire al cardiochirurgo o al cardiologo interventista una serie di dettagli anatomici che sono fondamentali nei processi di riparazione delle valvole» illustra Corrado Fiore, cardiochirurgo di GVM Care & Research e responsabile scientifico dell’evento formativo, patrocinato dalla Mitral Academy. «Obiettivo del corso - aggiunge Fiore - è quello di una formazione puntuale e accurata, grazie alla combinazione di sessioni teoriche e pratiche, sull’utilizzo dell’ecocardiografia transesofagea 3D».
Il corso ha previsto lezioni teoriche, workshop e prove pratiche, come per esempio le sessioni “hands-on” su manichini-simulatori di ultima generazione, che permettono un approccio molto realistico e vicino alla realtà. Ha visto inoltre la partecipazione di alcuni dei nomi più illustri nel campo dell’imaging cardiovascolare e della cardiologia interventistica.
Il corso arriva a quasi un anno dall’accreditamento della cardiochirurgia del San Carlo di Nancy con il Servizio sanitario nazionale. «In questo lasso di tempo abbiamo ottenuto risultati brillanti, sia dal punto di vista dei volumi che dal punto di vista dei risultati clinici», aggiunge Speziale. «Tutto ciò fa di questo ospedale un punto di riferimento sul territorio laziale e nazionale per il trattamento delle patologie cardiache, che vanno dall’insufficienza mitralica allo scompenso cardiaco agli aneurismi e alle problematiche maggiori di natura coronarica e vascolare, senza dimenticare gli interventi di bypass. Con l’accreditamento al Servizio sanitario nazionale - conclude Speziale - l’ospedale San Carlo di Nancy aggiunge un tassello alla qualità della rete sanitaria regionale per contribuire a mantenere i pazienti in Regione e ad attrarne da quelle limitrofe».