Il cervello si preserva anche a tavola: pesce e verdura rallentano il declino cognitivo
Più che un regime alimentare, oramai la dieta mediterranea sembra una panacea. Ogni tanto salta fuori qualche sua proprietà benefica. È difficile stupirsene perché per lo più si tratta di nuove conferme di qualità già note. L’ultima di queste arriva da uno studio del National Eye Institute pubblicato sulla rivista Alzheimer's and Dementia che dimostra gli effetti protettivi della dieta mediterranea sul cervello.
Sembra infatti che gli alimenti tipici del regime alimentare più apprezzato dai nutrizionisti siano in grado di rallentare il declino cognitivo.
A questa conclusione i ricercatori sono giunti dopo aver analizzato i dati di due studi su pazienti affetti da malattie degli occhi associate all’invecchiamento (Age-Related Eye Disease Study, AREDS e AREDS2).
L’attenzione degli scienziati si è concentrata sugli effetti di alcuni componenti caratteristici della dieta mediterranea sulle funzioni cognitive: frutta, verdura, cereali integrali, noci, legumi, pesce, olio d’oliva. Tra i pilastri della dieta mediterranea, ricordiamolo, c’è anche un ridotto consumo di carne rossa e di alcol.
I due studi hanno coinvolto in tutto circa 8mila persone (4mila con degenerazione maculare senile). Tutti i partecipanti avevano compilato dei questionari sulle abitudini alimentari all’inizio dello studio indicando nel dettaglio la frequenza con cui consumavano gli alimenti specifici che interessavano maggiormente i ricercatori. Periodicamente sono stati eseguiti dei test per la valutazione delle capacità cognitive. Le prime informazioni sulle performance del cervello sono state raccolte all’inizio degli studi e successivamente dopo 2,4, 5 e 10 anni. Per misurare il declino cognitivo, i ricercatori si sono avvalsi del Modified Mini-Mental State Examination, il questionario in 30 domande comunemente usato in medicina per le diagnosi di demenza.
Dall’analisi dei dati è emerso che i partecipanti che seguivano la dieta mediterranea più diligentemente avevano il rischio più basso di declino cognitivo. Su tutti gli alimenti presi in considerazione, il pesce e le verdure si sono rivelati più efficaci nel preservare le funzioni del cervello.
A distanza di 10 anni, i maggiori consumatori di pesce avevano il più basso tasso di declino cognitivo.
Va precisato però che le differenze tra i punteggi delle persone più ligie e meno ligie alla dieta mediterranea erano piuttosto piccole. Mettendo alla prova i singoli individui nelle attività della vita quotidiana sarebbe stato quindi difficile riconoscere quelli con un maggiore declino cognitivo. Ma a livello di popolazione gli effetti della dieta sul cervello si amplificano, suggerendo che una dieta ricca di verdura e pesce può davvero fare la differenza.
Un altro dato interessante emerso dall’indagine è che gli effetti della dieta sulle funzioni cognitive sono indipendenti dal rischio genetico per la malattia di Alzheimer. I benefici di una aderenza stretta alla dieta mediterranea erano simili nelle persone con o senza il gene ApoE che predispone alla malattia nuorodegenerativa.