Chi ha un caratteraccio rischia di più dopo un infarto

Il legame

Chi ha un caratteraccio rischia di più dopo un infarto

Dopo un infarto è meglio rinunciare al cinismo e all’ostilità. Uno studio dimostra che anche il carattere conta nella fase di ripresa. Chi è sarcastico, rancoroso e irascibile ha meno chance di sopravvivere a un secondo attacco di cuore

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Peter Ziegler / CC BY-SA (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0)
di redazione

Un carattere difficile fa male al cuore. Soprattutto dopo un infarto. Uno studio appena pubblicato sull’European Journal of Cardiovascular Nursing dimostra infatti che le persone ostili, sarcastiche, ciniche e facilmente irritabili hanno maggiori probabilità di non sopravvivere a un secondo attacco di cuore rispetto alle persone più di buon carattere. 

Lo studio, il più ampio del genere, ha coinvolto 2.321adulti dall’età media di 67 anni che avevano avuto un infarto. Il carattere dei partecipanti è stato individuato ricorrendo allo strumento della Multiple Adjective Affect Checklist (MAACL), una scala di valutazione degli atteggiamenti positivi o negativi. 

I ricercatori hanno monitorato la salute dei partecipanti  per 24 mesi tenendo il conteggio degli eventi cardiovascolari e dei decessi avvenuti in quel periodo. Più della metà del campione (57%) è stato classificato come “ostile” in base all’indice MAACL. 

Ebbene, il “caratteraccio”, è risultato un fattore di rischio indipendente di morte per un secondo attacco di cuore dopo aver preso in considerazione gli altri elementi che avrebbero potuto influenzare il risultato come sesso, età, istruzione, stato civile, diabete, ipertensione e fumo. 

Lo studio non chiarisce il meccanismo che lega il cattivo carattere alla salute del cuore. Ma è risaputo che condizioni dell’umore come ansia e stress possono incidere sulla salute cardiovascolare. È probabile quindi che anche i tratti della personalità abbiano un impatto sul cuore. 

«L’ostilità è un tratto della personalità che include l'essere sarcastici, cinici, risentiti, impazienti o irritabili. Non è solo una condizione una tantum, ma caratterizza il modo in cui una persona interagisce con le persone. Sappiamo che avere il controllo sulle abitudini di vita migliora le prospettive per i pazienti con infarto e il nostro studio suggerisce che anche il miglioramento dei comportamenti ostili potrebbe essere una mossa positiva», ha dichiarato , Tracey Vitori dell'Università del Tennessee, Knoxville negli Usa a capo dello studio.