Covid-19: disinfettare le mani e, insieme, fare beneficienza

L'iniziativa

Covid-19: disinfettare le mani e, insieme, fare beneficienza

di redazione

Dare «un contributo concreto alla salute pubblica»: così l'intero ricavato delle vendite di un prodotto biocida di Naos, azienda internazionale che opera nel settore della cura della pelle, sarà devoluto a Fondazioni, Associazioni e Organizzazioni non governative «impegnate nella prevenzione di future epidemie con progetti umanitari e obiettivi collegati al territorio».

Un sondaggio condotto per conto di Naos Francia nel novembre 2020 ha mostrato che nove persone su dieci (87%) continueranno a lavarsi e a disinfettare le mani con la stessa frequenza che hanno osservato durante i mesi precedenti della pandemia da Covid-19 e sette su dieci (il 73%) ritengono che gli igienizzanti per le mani siano ormai diventati prodotti d’uso quotidiano essenziali.

Le nuove abitudini di igiene delle mani, però, «si ripercuotono visibilmente sulla pelle – osserva Alessandro Martella, dermatologo e fondatore di MYSKIN.it - distruggendo la barriera cutanea, lo strato lipidico superficiale della cute che ci protegge da tutte le aggressioni esterne, con una conseguente riduzione delle capacità di difesa». Pertanto «è fondamentale – aggiunge Martella - l’uso di prodotti che ricostituiscano il film idrolipidico della barriera cutanea nel più breve tempo possibile e sostengano il ripristino di un microbioma cutaneo normale».

Per questo Naos ha sviluppato un’alternativa che non indebolisce la pelle e anzi ricostituisce la barriera lipidica naturale mentre disinfetta: Biphase Lipoalcoolique, disinfettante per le mani disponibile in farmacia, che abbina etanolo, un alcol sicuro in grado di eliminare fino al 99,9 per cento di batteri, lieviti e virus capsulati (tra cui il SARS-CoV-2), a olio di karité e squalano, che reintegrano i lipidi rafforzando la barriera cutanea a lungo termine e proteggendo così le mani dalla disidratazione pur senza inibire l'efficacia dell'etanolo.

«L’ecobiologia è un approccio scientifico che si basa sul principio per cui la pelle è un ecosistema che evolve interagendo con il suo ambiente e il cui meccanismo naturale deve essere protetto» sostiene Aurélie Guyoux, direttrice della Divisione Ricerca e sviluppo di Naos. «Anziché aggredire la pelle con trattamenti eccessivi – aggiunge - dobbiamo educarla a vivere secondo la sua biologia naturale».