Accertamento età dei minori stranieri, Pediatri: “Metodo scientificamente inaffidabile”
«Non siamo in grado di distinguere correttamente se un individuo ha una età cronologica di meno di 16 oppure 18 anni». Lo dichiara l'Associazione Culturale Pediatri (ACP) a seguito di una mozione sollevata durante il 35° Congresso Nazionale ACP, “Il pediatra del futuro”, che si è appena concluso a Napoli. I pediatri contestano il nuovo decreto legge che vorrebbe rafforzare misure di identificazione prive di fondamento, per snellire i rimpatri di minori extracomunitari non accompagnati, perché ritengono incorretto scientificamente ed eticamente inaccettabile legare il futuro di ragazzi adolescenti a parametri privi di alcuna precisione e affidabilità.
«Anche l’etica deve basarsi sul rigore scientifico, a prescindere dall’ideologia. Da punto di vista bioetico, le basi di questo decreto legge non tengono. Come Associazione di pediatri ci teniamo a sottolinearlo in particolare oggi, che si festeggia la Giornata mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza, stabilita dall’Onu per ricordarci i diritti dei minori» ha detto Stefania Manetti, pediatra e presidente ACP.
L’ultimo decreto vuole autorizzare lo “svolgimento di rilevamenti antropometrici”, procedure mediche per accertare l’età dei migranti, compresi esami a raggi X, per evitare il sovraffollamento nei centri di accoglienza italiani, favorendo il rimpatrio di quei giovani che, presumibilmente, si dichiarino minori pur non essendolo.
I pediatri specificano che attraverso le attuali conoscenze scientifiche e l'uso degli strumenti endocrinologici, come la valutazione dell'età ossea, le misurazioni auxologiche o dei valori ematici ormonali, l'individuazione dell'età cronologica di un individuo ha un margine di errore di più 2 anni. La scienza non può stabilire l’età esatta di un ragazzo o di una ragazza.