Anaao Assomed e Cimo-Fesmed «stupiti e meravigliati dall’attacco del ministro» Schillaci
«Siamo stupiti e meravigliati dalle dichiarazioni del ministro della Salute, Orazio Schillaci, all’indomani del grande successo dello sciopero dei medici e dirigenti sanitari» commentano Pierino Di Silverio, segretario nazionale Anaao Assomed, e Guido Quici, presidente Cimo-Fesmed, dopo aver letto l’intervista rilasciata dal ministro al Corriere della Sera.
Pur dichiarando di non voler fare polemiche, i due rappresentanti sindacali osservano tra l'altro che la manovra economica del Governo mette a disposizione 3 miliardi di cui 2,3 destinati a un rinnovo contrattuale che, facendo parte i medici e dirigenti sanitari della Pubblica amministrazione, prevederà un aumento del 5,78%, «ben 10 punti al di sotto del tasso inflattivo». Inoltre il contratto 2019-2021, pre-firmato a settembre, deve ancora essere licenziato dal Consiglio dei ministri e dovrà poi passare al vaglio della Corte dei Conti. Il che significa che non si può ancora procedere alla discussione del nuovo Ccnl 2022-2024.
Puntare poi su un aumento economico basato sul lavoro straordinario, quando i medici e i dirigenti sanitari già lavorano 60 ore a settimana e hanno 5 milioni di giornate di ferie arretrate per sopperire alle carenze di personale, sottolineano Di Silverio e Quici, «non ci sembra il modo migliore né per risolvere il problema delle liste d’attesa né per rendere appetibile la professione, come ha più volte dichiarato il ministro stesso. Piuttosto contribuirà allo svuotamento già in atto degli ospedali»
Cercare inoltre di far emergere divisioni tra sindacati di categoria per giustificare i ritardi di una tornata contrattuale «ci appare poi poco attinente alla realtà e sinceramente pretestuoso» dicono i due sindacalisti. «Forse le vere divisioni sono all’interno di un Governo che non ascolta quello che il ministro cerca di affermare da più di un anno – proseguono - e che noi condividiamo: noi siamo sempre stati dalla parte del ministro della Salute e per questa ragione le dichiarazioni di oggi ci meravigliano. Investire sul Ssn vuol dire fare scelte coraggiose non solo in termini di stanziamento di risorse», «ma soprattutto in termini di scelte strategiche e politiche che vanno in una direzione diversa. Continuare a investire sul privato e sul lavoro straordinario e contestualmente affermare che i medici, i dirigenti sanitari e gli infermieri sono merce rara da salvaguardare è una contraddizione in termini».
Di Silverio e Quici auspicano quindi che i giorni che precedono la presentazione in Aula del Senato della legge di Bilancio «possano vedere un riavvicinamento tra le parti imprescindibile per migliorare il nostro sistema di cure e dimostrare che davvero il Governo ha a cuore gli operatori sanitari e quindi i cittadini così come li abbiamo a cuore noi. In attesa di risposte certe, allora, continuiamo con la protesta perché – concludono -è questa la richiesta che ci giunge dagli ospedali di tutta Italia. E le piazze di ieri, riempite di medici, dirigenti sanitari e infermieri arrabbiati, ma non ancora rassegnati, ne sono la dimostrazione».