Eseguito con successo il primo trapianto di cuore suino geneticamente modificato sull’uomo
Sono passati tre giorni, troppo pochi per poter considerare il paziente definitivamente fuori pericolo, ma sufficienti per poter annunciare che l’ intervento pionieristico che rimarrà nella storia delle chirurgia è andato bene. David Bennett, un uomo di 57 anni con una malattia cardiaca allo stadio terminale e nessun’altra possibilità di cura, è il primo paziente al mondo ad essere stato sottoposto a un trapianto da animale a uomo. L’organo ricevuto è il cuore di un maiale che è stato geneticamente modificato per limitare il più possibile il rischio di rigetto. L’intervento è stato effettuato all’ospedale di Baltimora lo scorso 7 gennaio da un team della University of Maryland Medicine. Il nuovo cuore batte regolarmente nel petto di Bennett e pompa il sangue come se un organo umano perfettamente funzionante.
Non è possibile fare previsioni a lungo termine, ma un primo importante traguardo è stato raggiunto. Ora c’è la prova che un cuore suino modificato geneticamente può essere trapiantato senza venire immediatamente rigettato. Le prossime settimane saranno decisive per valutare l’esito dell’intervento.
Le condizioni cliniche di Bennett non gli permettevano di accedere a un trapianto tradizionale e lo xenotrapianto restava l’unica possibilità per sopravvivere.
«Era una questione di vita o di morte. Morire oppure fare questo trapianto. Io voglio vivere. So che un salto nel buio ma è la mia ultima possibilità. Non vedo l’ora di alzarmi dal letto dopo che mi sarò ripreso», ha dichiarato Bennett poche ore prima di entrare in sala in operatoria.
L’intervento di Baltimora segna una svolta nella storia degli xenotrapianti: al di là delle valvole cardiache di origine suina che vengono da tempo usate per sostituire quelle umane, è la prima volta che viene eseguito il trapianto di un intero organo da animale a uomo con successo. Sì, è vero, lo scorso ottobre a New York si era svolto un esperimento per testare il funzionamento di un rene di suino geneticamente modificato in un organismo umano. L’organo animale aveva funzionato correttamente ma quell’intervento era molto diverso da quello condotto qualche giorno fa a Baltimora. Innanzitutto il ricevente era una donna dichiarata cerebralmente morta e il rene non era stato inserito nell’organismo ma era rimasto al di fuori dell’addome attaccato ai vasi sanguigni della gamba. Si trattava in sostanza di un test di collaudo più che di un trapianto vero e proprio.
Lo xenotrapianto effettuato dal team dell’Università del Maryland è un’altra storia, è un vero e proprio trapianto d’organo che potrebbe in futuro, con tutte le implicazioni etiche del caso, forse rappresentare un’alternativa ai trapianti tradizionali.
Prima di essere sottoposto all’operazione, Bennett era stato informato dei rischi e della natura sperimentale dell’intervento. Nessuno poteva sapere come sarebbe andata, visto che non c’erano precedenti da cui poter raccogliere informazioni. Il cuore di maiale destinato al paziente era stato geneticamente modificato nei laboratori dell’azienda americana Revivicor con specifici interventi per rendere l’organo animale più compatibile possibile con il sistema immunitario umano. In particolare sono stati disattivati tre geni responsabili del rapido rigetto dovuto all’azione degli anticorpi umani mentre sono stati inseriti sei geni umani che favoriscono l’accettazione dell’organo animale da parte del sistema immunitario umano. Infine è stato spento un gene coinvolto nella crescita del tessuto cardiaco del cuore di maiale per evitare una proliferazione incontrollata di cellule animali nel corpo del ricevente.
Il cuore così modificato, brevettato con il nome di UHeart, è stato testato in studi sui babbuini prima di venire proposto come organo sostitutivo in un essere umano.
Per più di sei settimane in attesa dell’operazione Bennett, affetto da una grave aritmia cardiaca, è rimasto collegato a una macchina per l’ossigenazione extracorporea a membrana (Ecmo) che gli ha permesso di restare in vita.
La notte di capodanno è arrivata l’autorizzazione della Food and Drug Administration concessa con la procedura di emergenza per gli interventi o le terapie sperimentali che rappresentano l’unica possibilità di salvezza per un paziente.
La mattina dell’operazione il team chirurgico ha estratto il cuore dal maiale e lo ha inserito nella macchina per la perfusione, chiamata XVIVO Heart Box, un dispositivo che mantiene in funzione l’organo fino al momento del trapianto. L’operazione, durata otto ore, è avvenuta con la stessa procedura di un convenzionale trapianto di cuore. Il paziente ha assunto, oltre ai i tradizionali farmaci anti rigetto, un medicinale specifico messo a punto per l’occasione con lo scopo di controllare ancora di più la reazione del sistema immunitario. Oggi, dopo tre giorni dal trapianto, il nuovo cuore di Bennett funziona, batte regolarmente e manda in circolo il sangue con giusta la pressione .
«Questo è stato un intervento chirurgico rivoluzionario e rappresenta un passa avanti verso la soluzione della crisi della carenza di organi. Semplicemente non ci sono abbastanza cuori umani donatori disponibili per soddisfare la lunga lista di potenziali riceventi. Stiamo procedendo con cautela, ma siamo anche ottimisti sul fatto che questo intervento chirurgico primo al mondo fornirà un'importante nuova opzione per i pazienti in futuro», ha affermato Bartley P. Griffith, a capo del team chirurgico che ha effettuato il trapianto.