Häusermann (Egualia): Affrontare subito il nodo della sostenibilità industriale per evitare che scarseggino i medicinali

Carenze farmaci

Häusermann (Egualia): Affrontare subito il nodo della sostenibilità industriale per evitare che scarseggino i medicinali

di redazione

L’allerta di queste settimane sulle carenze di farmaci, «ha richiamato l’attenzione su un problema presente da tempo le cui radici finora non sono mai state concretamente affrontate». A dirlo è Enrique Häusermann, presidente di Egualia, l’associazione che rappresenta l’industria dei farmaci generici equivalenti, biosimilari e value added medicines in Italia.

«Apprezziamo l’iniziativa del ministro della Salute, Orazio Schillaci, che ha voluto la creazione di un tavolo permanente di confronto con tutta la filiera di settore», prosegue Häusermann, ma «va detto con chiarezza che serve subito mettere in pista soluzioni per affrontare i problemi di tenuta industriale del comparto per non rischiare criticità e carenze ben più gravi e insormontabili».

In questi giorni, osserva il presidente di Egualia, i rappresentanti della filiera farmaceutica hanno rilevato come il Servizio sanitario nazionale offra alternative per far fronte all’attuale carenza di alcuni medicinali. Tuttavia, aggiunge, c’è un’altra ampia fascia di prodotti «ad alto rischio di cui dovremmo preoccuparci»: il 26% dei farmaci equivalenti venduti in farmacia ha un prezzo inferiore o uguale a 5 euro. «Sono quelli maggiormente a rischio di sostenibilità industriale assieme a tutte le forme iniettabili sterili vendute agli ospedali – precisa Häusermann - tra cui figurano farmaci essenziali e salva vita, molti oncologici. Ma l’attuale regolamentazione dei prezzi dei farmaci generici-equivalenti non consente alcun adeguamento all’inflazione per i farmaci rimborsati dal Ssn e rende impossibile rinegoziare i prezzi di aggiudicazione delle procedure di acquisto pubbliche. Questo stallo rischia di determinare in futuro l’interruzione delle forniture o il ritiro dei relativi prodotti dal mercato. Sarebbe una prospettiva molto negativa dal momento che il nostro comparto fornisce in media circa il 30% del consumo farmaceutico nazionale e, in particolare nelle forniture ospedaliere, vi sono intere aree terapeutiche dove le nostre imprese forniscono oltre il 70% del fabbisogno annuo di medicinali».

Pertanto, secondo l'Associazione, sarebbe «urgente cambiare l’attuale sistema di reportistica delle carenze» che ha determinato «un aggravio burocratico amministrativo non utile, senza contribuire a risolvere il problema». Andrebbe inoltre individuata «rapidamente» una nuova modalità per la richiesta di rinegoziare i prezzi dei farmaci a basso costo nei casi in cui vi siano rischi per la sostenibilità industriale. E vanno rivisti i criteri di gestione delle procedure di gara, «privilegiando gli accordi quadro per i farmaci fuori brevetto».

Per le forniture ospedaliere, in particolare, servirebbero una norma di legge e un fondo speciale dedicato all’adeguamento dei prezzi di aggiudicazione da parte delle centrali di acquisto regionali che consenta la revisione dei prezzi per i contratti in corso. Infine, superata questa fase di possibile emergenza, per Häusermann «va messa a terra la strategia di supporto all’industria farmaceutica nazionale, una filiera strategica per il Paese, riportando in Italia la produzione di principi attivi e materie prime. Sono le famose politiche di reshoring di cui tanto abbiamo parlato in questi ultimi anni: la carenza delle materie prime sarà il nodo fondamentale dei sistemi produttivi mondiali almeno per il prossimo quinquennio».

No all'obbligo di prescrivere i generici

«In Italia esistono già tutte le norme necessarie a promuovere la prescrizione dei farmaci generici-equivalenti: sono state introdotte nel 2012 e nessuno le ha mai cambiate. Ipotizzare una nuova norma di legge che imponga l’obbligo di prescrivere il generico è inutile e dannoso. Sarebbe lesiva della libertà prescrittiva del medico, che autonomamente e sotto la propria responsabilità e con il consenso del paziente, opera le necessarie scelte professionali e contrario a qualsiasi criterio di mercato basato sulla libera concorrenza, dunque inaccettabile per qualsiasi impresa famaceutica”.

Häusermann, commenta così l’ipotesi avanzata in una recente intervista del presidente dell’Istituto Mario Negri, Silvio Garattini, sull’ipotetica introduzione di nuovi obblighi in materia.

Le norme «sono chiarissime. Forse – conclude Häusermann - ne andrebbe monitorata meglio l’attuazione da parte dei prescrittori. E andrebbe fatta una campagna di informazione e sensibilizzazione indirizzata anche ai medici oltre che ai pazienti. Perché il problema dello scarso utilizzo dei generici-equivalenti in Italia ha radici esclusivamente culturali».