Via libera a piano oncologico, ma servono più risorse

Cancro

Via libera a piano oncologico, ma servono più risorse

Doctor_discusses_x-ray_with_patient.jpg

Immagine: Rhoda Baer (Photographer), Public domain, via Wikimedia Commons
di redazione
Approvato dalla Conferenza Stato-Regioni. Pazienti e oncologi concordi: servono coperture finanziarie adeguate

La Conferenza Stato-Regioni ha dato il via libera al “Piano Oncologico Nazionale 2022-2027”. Il documento fissa le linee di indirizzo per il prossimo quinquennio.

«Il presente documento mira a definire un complessivo approccio al cancro delineando, anche in coerenza con il Piano europeo contro il cancro 2021 (Europe’s Beating Cancer Plan), obiettivi ambiziosi, ma perseguibili e misurabili in tema di promozione della salute e prevenzione, individuazione precoce e diagnosi, presa in carico e cura», si legge nella premessa. «Particolare attenzione è rivolta alle azioni tese al miglioramento della qualità della vita dei pazienti e dei sopravvissuti a una malattia oncologica, alle potenzialità offerte dalla ricerca e dall'innovazione (ad esempio nel campo della genomica dei tumori per una prevenzione e una terapia sempre più personalizzata), all’esigenza di rendere disponibili agli organi del Servizio Sanitario Nazionale e alla comunità scientifica i dati sulla frequenza dei tumori, nell'interesse della ricerca, della prevenzione, dell'assistenza, della valutazione di efficacia di programmi e interventi».

Il Piano definisce le strategie di prevenzione e il percorso di assistenza per i malati oncologici: dalla diagnosi al follow-up dei ‘lungo sopravviventi’ o alle cure palliative; spazio è riservato anche ai caregiver fino ad arrivare alle strategie per il futuro. 

La reazione dei pazienti

«Esprimiamo apprezzamento per l’approvazione del nuovo Piano Oncologico Nazionale 2022-2027. Si tratta di un documento dettagliato e che pone un’attenzione significativa a tematiche quali l’assistenza domiciliare e la riabilitazione, che a più riprese abbiamo portato all’attenzione delle istituzioni come elementi chiave per garantire la completezza del percorso terapeutico. Al contempo, però, rileviamo che questo documento fissa soltanto le linee di indirizzo da perseguire per ridurre l’impatto dei tumori sulla società. Per confermare la volontà di svolgere la propria parte per ridurre l’epidemia dei tumori, serve che il Governo metta a disposizione adeguate coperture finanziarie», afferma il presidente della Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (FAVO) Francesco De Lorenzo.

Per le associazioni si avverte la necessità di passare dalle parole ai fatti. «Attraverso la Mission on Cancer e il Piano europeo di lotta contro il cancro, la Commissione Europea ha chiesto a tutti gli Stati membri di impegnarsi concretamente per salvare almeno tre milioni di vite e aumentare dal 47 al 75 per cento il tasso di sopravvivenza per tutti i tumori entro il 2030», aggiunge Elisabetta Iannelli, segretario generale della FAVO. 

Questi traguardi, secondo il piano d’azione stilato dalla Commissione, possono essere raggiunti agendo lungo tre direttrici: potenziando i servizi di prevenzione (quasi 4 casi di cancro su 10 sono evitabili), migliorando l’accesso anche alle terapie più avanzate e la qualità della vita di chi ha superato la fase acuta della malattia (oltre 1,2 milioni di persone in Italia). Per dare seguito a questi obiettivi, i singoli Stati membri possono contare anche su una serie di iniziative e finanziamenti messi a disposizione da Bruxelles per complessivi 4 miliardi di euro.  Sostegni che, per essere erogati, richiedono però che ogni Paese specifichi le voci di spesa necessarie per il raggiungimento degli obiettivi fissati nel Piano.

«Fissate le linee di indirizzo con cui l’Italia intende porre in essere nel nostro Paese gli obiettivi fissati dall’Europa, è il momento di stanziare le coperture finanziarie necessarie al rispetto di ogni singola voce indicata nel Piano per rafforzare la prevenzione, incrementare la diagnosi precoce, migliorare l’accesso alle terapie e garantire a tutti i sopravviventi i servizi sanitari e sociali di cui si continua ad avere bisogno anche una volta superata la fase acuta della malattia», afferma Iannelli. 

Questo compito spetta al Governo. «Prendiamo atto che quello guidato da Mario Draghi ha trascurato questo aspetto”, precisa De Lorenzo, che fino al 2027 sarà anche alla guida della European Cancer Patient Coalition. «Speriamo che il Governo Meloni inverta la rotta e dia immediatamente seguito alle indicazioni date dall’Unione Europea». Rispetto agli anni precedenti, servono risorse aggiuntive per permettere alle Regioni di trasformare in azioni concrete tutti i propositi racchiusi nel Piano Oncologico Nazionale. 

Il commento degli oncologi

Soddisfazione per il nuovo Piano è stata espressa anche dagli oncologi.

“Siamo soddisfatti per l’approvazione del nuovo Piano Oncologico Nazionale da parte della Conferenza Stato-Regioni. Si tratta di un tassello importante nell’impegno contro i tumori. Nel 2022, in Italia, sono state stimate 390.700 nuove diagnosi. In due anni, l’incremento è stato di 14.100 casi. L’oncologia è un cardine del Servizio Sanitario Nazionale, ma deve essere sostenuta con misure strutturali, come quelle delineate nel Piano. Ora servono risorse adeguate. È infatti ancora in corso la proposta normativa per il finanziamento del Piano con un fondo pari a 20 milioni di euro per gli anni 2023 e 2024. Questa cifra contenuta nel decreto milleproroghe è una base di partenza da incrementare», ha affermato il presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) Saverio Cinieri. «I punti chiave di questo documento programmatico sono prevenzione, percorsi di cura chiari ed omogenei, attenzione al malato e a chi lo assiste a 360 gradi. Senza dimenticare la digitalizzazione per snellire la burocrazia, l’assistenza sempre più domiciliare e integrata con l’ospedale, i servizi territoriali e i percorsi riabilitativi e mirati non solo al recupero fisico ma anche al reinserimento nei luoghi di lavoro. Hanno un ruolo importante anche la formazione degli operatori sanitari e le campagne informative per i cittadini, il supporto nutrizionale e psicologico, l’ampliamento delle fasce di età per gli screening, le cure palliative a domicilio e il potenziamento delle coperture vaccinali», ha proseguito Cinieri, che invita a non sottovalutare il ruolo della prevenzione. 

«La nostra società scientifica ha sempre evidenziato l’importanza della prevenzione, la prima arma nel contrasto dei tumori, visto che il 40% dei casi può essere evitato agendo su fattori di rischio prevenibili», ha aggiunto. «L’altra importante questione, finora irrisolta, riguarda il potenziamento del territorio e la necessità di investire nell’assistenza oncologica domiciliare. Avvicinare le cure alle persone ne facilita anche l’accessibilità, impatta sull’aspettativa di vita e favorisce risparmi per i pazienti, troppo spesso impoveriti dopo la diagnosi di tumore. In Italia meno del 70% delle Oncologie può contare sull’assistenza domiciliare. Ci auguriamo che l’adozione del nuovo Piano rappresenti uno stimolo per migliorare i livelli di cura dei nostri pazienti», ha concluso Cinieri.