Medici e infermieri rianimatori: Servono più defibrillatori in spiagge e rifugi. E una mappa per geolocalizzarli

L'appello

Medici e infermieri rianimatori: Servono più defibrillatori in spiagge e rifugi. E una mappa per geolocalizzarli

di redazione

Un primo soccorso rapido e la presenza di un defibrillatore automatico esterno (Dae) sono essenziali per affrontare in modo efficace un arresto cardiaco, ma intervenire è più complicato quando l’emergenza si verifica in luoghi meno vicini ai centri urbani, come le spiagge e le montagne.

Per questo «è importante censire e geo-localizzare i Dae già presenti sul territorio italiano, compresi quelli installati negli stabilimenti balneari e nei rifugi - sostiene Giuseppe Ristagno, presidente dell'Italian Resuscitation Council (Irc), Società scientifica di medici e infermieri esperti in rianimazione cardiopolmonare - e, come prevede la nuova legge sui Dae, creare una mappa interattiva consultabile attraverso un’applicazione per i cellulari, per far sì che tutti possano sapere qual è il defibrillatore più vicino al luogo dell’emergenza. È necessario inoltre – aggiunge Ristagno - aumentare il numero dei Dae in spiagge attrezzate, rifugi e impianti sportivi, e diffondere il più possibile la formazione sul primo soccorso».

In Italia gli stabilimenti balneari al mare e al lago sono oltre 6.200, i rifugi più di 700.

Una raccomandazione essenziale per chiunque affronti un’escursione in un luogo isolato al mare, al lago e in montagna è informarsi sui punti di riferimento del luogo (per esempio il numero del sentiero) e attivare la geo-localizzazione sul cellulare che può aiutare i soccorsi nell’individuare la zona in cui intervenire. Da ricordare inoltre che tra i principali fattori che aumentano il rischio di annegamento vi sono la sopravvalutazione delle proprie abilità natatorie, l’assunzione di alcol e stupefacenti e il mancato controllo dei bambini da parte degli adulti.

Le otto azioni “salvavita” che tutti possono compiere. Sui circa 400 mila arresti cardiaci che ogni anno si verificano in Europa, 60 mila accadono in Italia. Si stima che solo nel 58% dei casi chi assiste intervenga con le manovra salvavita (massaggio cardiaco, ventilazioni) e nel 28% dei casi con il defibrillatore.

Perciò, raccomanda ancora l'Irc, è fondamentale che chiunque assista a un arresto cardiaco intervenga subito con alcune semplici azioni: se non c’è pericolo, avvicinarsi alla persona da soccorrere; chiamarla e scuotere leggermente la parte inferiore del corpo; se non risponde, osservare il torace per capire se respira; se non risponde e non respira normalmente chiamare il 112; seguire le indicazioni dell’operatore e, se possibile, attivare il vivavoce; se possibile, chiedere ai presenti di portare il Dae; sovrapporre le mani al centro del torace della persona da soccorrere; iniziare il massaggio cardiaco con braccia tese e due compressioni al secondo, senza staccare le mani dal torace; non appena disponibile accendere il Dae e seguire le istruzioni.