Medicines for Europe: subito una legge per la sicurezza dei medicinali
«Lavorare subito a una legge europea sulla sicurezza dei medicinali che, insieme alla revisione della legislazione farmaceutica dell’UE, favorisca un accesso equo e una fornitura più sicura di medicinali fuori brevetto a milioni di pazienti che ne hanno bisogno». È l’appello di Medicines for Europe, l’Associazione europea delle industrie produttrici di farmaci generici equivalenti, biosimilari e value added medicines, in vista del Consiglio europeo del 6 ottobre e dell'imminente comunicazione della Commissione sulla disponibilità dei medicinali.
«Come evidenziato nel rapporto Resilient EU2030, recentemente pubblicato dalla presidenza spagnola del Consiglio dell’UE – si sottolinea in un comunicato - l’obiettivo del Consiglio europeo del 6 ottobre è rafforzare le catene di approvvigionamento, la capacità produttiva e, in definitiva, aprire la strada all’autonomia strategica nel settore di farmaci senza brevetto e API (principi attivi, ndr)».
L’industria dei medicinali generici equivalenti e biosimilari, fornisce il 70% dei medicinali dispensati ai pazienti in Europa, coprendo oltre l’80% delle aree terapeutiche.
«La discussione al Consiglio europeo non potrebbe essere più tempestiva» è il commento della presidente di Medicines for Europe, Elisabeth Stampa, che riassume così le strategie da adottare in Europa per arrivare a bersaglio: riforma del mercato e del sistema di acquisto delle gare che valorizzi la sicurezza dell'approvvigionamento di medicinali per evitare la dipendenza da altri territori; investimenti provenienti da fondi UE e aiuti di Stato in nuovi processi di produzione più ecologici e sicuri per farmaci essenziali e API; digitalizzazione del sistema normativo mettendo a sistema le banche dati nuove e quelle esistenti per migliorare la capacità di prevedere le carenze e gestire in modo solidale quelle che si verificano negli Stati membri; chiaro sistema di proprietà intellettuale che incoraggi il lancio senza ritardi dei farmaci generici e che ne impedisca la delocalizzazione forzata dello sviluppo e della produzione; maggiore cooperazione con i principali partner produttivi internazionali come Stati Uniti, India e altri.