Multidisciplinarietà e diagnosi precoci per gestire le complicanze polmonari in reumatologia

La campagna Anmar

Multidisciplinarietà e diagnosi precoci per gestire le complicanze polmonari in reumatologia

di redazione

Favorire le diagnosi precoci e incentivare l'approccio multidisciplinare tra i vari specialisti. Sono questi i due punti indicati dall'Associazione nazionale malati reumatici (Anmar) su cui intervenire per migliorare l’assistenza ai malati reumatologici con complicanze polmonari.

La più pericolosa è l’interstiziopatia polmonare che si manifesta attraverso un danneggiamento delle cellule degli alveoli. «Può essere anche fatale e nonostante sia molto diffusa, in Italia i pazienti hanno ancora importanti bisogni insoddisfatti a cui è necessario dare una risposta» osserva Silvia Tonolo, presidente dell’Anmar, che venerdì 13 gennaio ha presentato a Roma Gli esiti della campagna “Dalla teoria alla pratica: come migliorare il percorso di cura e di vita del paziente con malattie reumatiche autoimmuni e complicanza polmonare”.

Come ricorda Gian Domenico Sebastiani, presidente della Società italiana di reumatologia (Sir), si stima che l'interstiziopatia polmonare possa coinvolgere fino al 90% dei pazienti con sclerosi sistemica, circa il 25% di quelli con artrite reumatoide, il 30% con sindrome di Sjogren e il 10% con lupus eritematoso sistemico. Può verificarsi, con frequenza e gravità variabile, ma in un caso su tre evolve in fibrosi polmonare, il che comporta un danno d’organo irreversibile. È la principale causa di morte nella sclerosi sistemica, precisa Sebastiani, mentre nell’artrite reumatoide riduce la sopravvivenza, soprattutto tra i maschi.

«Come Associazione la problematica più grande che riscontriamo – sottolinea Sara Severani, vicepresidente Anmar - la fatica con la quale un paziente riesce a ricevere una diagnosi corretta e tempestiva». L'Associazione ha perciò individuato, insieme agli specialisti, un Percorso diagnostico terapeutico assistenziale (Pdta) che si propone come «strumento di indirizzo per la gestione clinica e un migliore processo d’assistenza basati su forti evidenze scientifiche».

Il 70% dei pazienti con artrite reumatoide colpiti anche da interstiziopatia polmonare è costretto almeno una volta a essere ricoverato in ospedale o a visita in Pronto soccorso. «Il problema della mancata individuazione precoce della complicanza – spiega Mauro Galeazzi, responsabile scientifico dell’Osservatorio CAPIRE - è da ricercare nei sintomi che sono generici»: fiato corto, tosse secca, perdita di peso sono i più frequenti e spesso sono ricondotti alla Bpco, un’altra patologia respiratoria molto diffusa tra i malati reumatologici. «Proprio per questo tutti i pazienti dovrebbero essere seguiti da un team multidisciplinare» dice Alfredo Sebastiani, responsabile del Day hospital pneumologico e Centro fibrosi polmonare dell'ospedale San Camillo di Roma, che dovrebbe essere formato da pneumologo, reumatologo, radiologo e altri professionisti a seconda delle necessità, come l’anatomo-patologo o il cardiologo.

L’approccio multidisciplinare «è essenziale e il monitoraggio risulta molto complesso» conferma Tonolo. «Il primo passo per contrastare efficacemente le complicanze polmonari, legate alle malattie reumatologiche – conclude - è saper descrivere in modo corretto i sintomi. Bisogna fornire al medico di medicina generale o allo specialista reumatologo tutti gli elementi di analisi per individuare l’insorgenza di un’eventuale comorbilità».