Nasce il nuovo Intergruppo parlamentare per le neuroscienze e l’Alzheimer
È stato presentato giovedì 18 maggio il nuovo Intergruppo parlamentare per le neuroscienze e l’Alzheimer, su iniziativa di Annarita Patriarca (FI-Ppe) e Beatrice Lorenzin (Pd-Idp), supportati dalla presidente dell’Associazione italiana malattia di Alzheimer (Aima), Patrizia Spadin, e dal presidente eletto della Società italiana di neurologia (Sin) Alessandro Padovani.
Tra i principali obiettivi dell’Intergruppo, si legge in una nota, ci sono la costante interlocuzione e sensibilizzazione tra le Istituzioni nazionali e regionali, il maggiore coinvolgimento di clinici e pazienti; il supporto alla ricerca scientifica; la promozione di nuovi modelli di diagnosi; la migliore gestione dei pazienti e infine ,'accesso precoce alle cure.
Nel nostro Paese si stimano oggi circa 1.200.000 casi di demenza, con un aumento di circa 150 mila diagnosi ogni anno e con un tasso di crescita destinato ad aumentare significativamente nei prossimi anni a causa del progressivo invecchiamento demografico. L’Alzheimer, che conta circa 700 mila casi in Italia, si attesta come terza causa di morte tra gli over 65 in Europa occidentale e tra le principali cause di disabilità nella popolazione over 60 a livello mondiale.
«Uno dei doveri dello Stato è quello di garantire ai propri cittadini i più alti standard di diagnosi, accesso e cura» dice Patriarca. Perciò «rendere possibile il trattamento di patologie attualmente senza cura e ad alta prevalenza e disagio sociale come l'Alzheimer, sarà l’obiettivo principale dei lavori del nostro Intergruppo».
Per Lorenzin « è fondamentale potenziare l’identificazione precoce dei pazienti, al fine di ottimizzare la distribuzione dei trattamenti e garantire la sostenibilità del sistema, attraverso il rilancio di progetti come ad esempio l’Interceptor, avviato durante il mio mandato da ministro, finalizzati a stabilire quali marcatori possano predire la malattia e la conversione del lieve declino cognitivo in demenza di Alzheimer».
La costituzione dell’Intergruppo «è uno di quegli eventi – commenta Padovani – che riaprono la speranza non solo per gli scienziati e i professionisti impegnati nella ricerca di base e clinica di una delle malattie più drammatiche e devastanti, ma soprattutto per i familiari e gli stessi malati».
«La speranza per le famiglie – sottolinea infine Spadin - è riposta in un piano di investimenti strutturali per colmare le lacune organizzative, infrastrutturali, di personale dei Cdcd cui collegare la pianificazione sanitaria. È riposta in un Pnrr a prova di Alzheimer, attraverso la declinazione della nuova sanità territoriale rispetto alle esigenze specifiche delle demenze. È riposta nel sostegno concreto al caregiver familiare e nella formazione del caregiver professionale. Abbiamo lanciato l’idea di un Patto per l’Alzheimer: nasce oggi un cambio di prospettiva che non può che avere una dimensione sanitaria, di programmazione e investimenti».