La nuova farmacia, un presidio di prossimità per dare risposte ai problemi dei cittadini
Il Dialogue Meeting ‘Farmacia dei servizi, primo presidio sanitario di prossimità’, promosso a Roma presso il Nobile Collegio Chimico Farmaceutico, dalla rivista di politica sanitaria Italian Health Policy Brief in collaborazione con FOFI e Federfarma si interroga sul nuovo ruolo della farmacia
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La farmacia quale porta di accesso al servizio sanitario nazionale, soprattutto in quei luoghi in cui anche la riforma della sanità territoriale disegnata durante la pandemia faticherà a dare risposte ai cittadini. È la proposta ribadita nel corso del Dialogue Meeting ‘Farmacia dei servizi, primo presidio sanitario di prossimità’, promosso a Roma presso il Nobile Collegio Chimico Farmaceutico, dalla rivista di politica sanitaria Italian Health Policy Brief in collaborazione con FOFI e Federfarma.
«La farmacia dei servizi è uno strumento integrativo alle strategie di prossimità e accessibilità nel quadro delle cure primarie e di sostegno alla deospedalizzazione della sanità. Il ruolo del farmacista sta evolvendo verso nuove ancora più estese e di natura strutturale, diventando sempre più fondamentale presidio di prossimità per le vaccinazioni, i test diagnostici, attività di screening, dispensazione di nuovi e sempre più complessi farmaci. Tutte potenzialità enormi che necessitano di percorsi normativi adeguati affinché vengano messe in campo in modo estensivo in tutta Italia», ha affermato il sottosegretario di Stato alla Salute, Marcello Gemmato. Questo approccio, secondo Gemmato, si integra con la riforma della sanità territoriale. “Chi le ha pensate, ha pensato a una casa di comunità ogni 60mila abitanti. Tuttavia, nelle aree interne raggiungere 60 mila abitanti significa sommare anche decine di comuni. Lì non ci saranno le case di comunità ma ci saranno le farmacie, i pediatri di libera scelta, i medici di medicina generale che possono diventare i terminali delle case di comunità», aggiunge Gemmato.
Una nuova farmacia
Il messaggio chiave dell’evento prende le mosse dal DL 153/2009, norma che individuava “nuovi servizi erogati dalle farmacie nell'ambito del Servizio sanitario nazionale”, e dai due decreti attuativi successivi, il D.M. del 16.12.2010 sulle prestazioni analitiche di prima istanza e i dispositivi strumentali; e il D.M. del 16.12.2010 sull’attività degli operatori sanitari in farmacia. «Vorrei che nel futuro non si parlasse più di farmacia dei servizi», ha sottolineato il presidente FOFI Andrea Mandelli. “Ma si parlasse di nuova farmacia, quella in cui il cittadino sa di poter trovare una risposta a quei problemi e bisogni che abbiamo dato prova di poter affrontare e risolvere soprattutto nei tre anni del periodo pandemico, quando il farmacista è stato il professionista più vicino, raggiungibile e quotidianamente presente».
Per il presidente di Federfarma Roma Andrea Cicconetti, invece, «le farmacie, come esercizio sanitario di prossimità sono state, nel periodo pandemico, il primo accesso al servizio sanitario per i cittadini, garantendo prima l’importante attività di screening che ha permesso a tutti di condurre una vita “quasi normale”, poi di potersi vaccinare comodamente sotto casa, senza spostarsi per recarsi nei centri vaccinali, e in ultimo di usufruire, sempre con grande comodità, di terapie di farmaci complessi o di tutte quelle prestazioni ECG, holter, analisi di prima istanza, che normalmente richiedono spostamenti che non erano facilmente possibili in epoca Covid».
La spinta della pandemia
Da questo punto di vista, la pandemia è stata decisiva. «La farmacia dei servizi in Italia è notevolmente cambiata nel corso degli anni, ma la pandemia ha accelerato questa trasformazione, rendendo strutturale la trasformazione della farmacia di comunità in un hub multifunzionale presidiato da un professionista altamente qualificato che svolge un ruolo importante per il SSN nella costante promozione della salute», ha spiegato Maria Diana Naturale responsabile Osservatorio nazionale sulla farmacia dei servizi di Altems. «L'emergenza sanitaria ha spinto notevolmente i farmacisti ad offrire servizi di consulenza, monitoraggio dei pazienti cronici, distribuzione e consegna a domicilio di farmaci, nonché implementando i servizi di screening preventivi e vaccinazione. Questa evoluzione dimostra la capacità delle farmacie di adattarsi rapidamente alle esigenze emergenti della società, garantendo un servizio affidabile e orientato al benessere di tutti i cittadini».
In questo scenario Stefania Fregosi, ricercatrice Ipsos, ha presentato di dati più significativi dello studio sull’Evoluzione del ruolo dei farmacisti nel percepito dei cittadini: «Negli ultimi 3 anni il ruolo del farmacista e della farmacia è sicuramente cambiato e la pandemia da Covid-19 ha accelerato questo processo di trasformazione: quasi l’80% dei cittadini ha molta fiducia dell’operato dei farmacisti; per i cittadini il farmacista è sempre più una figura di riferimento in area salute, sempre a loro disposizione, e la loro opinione è anche migliorata dopo la pandemia (come affermato dal 48% degli intervistati). La farmacia oggi offre innumerevoli servizi, che vanno al di là della tradizionale attività di dispensazione di farmaci e prodotti per il benessere e la salute, ed è diventata un importante presidio di assistenza sanitaria sul territorio, svolgendo sempre più un ruolo di pubblica utilità che le viene riconosciuto da oltre l’80% dei cittadini».
Secondo Teresa Petrangolini, direttore del Patient Advocacy Lab di Altems, «Assistenza domiciliare, prevenzione, co-produzione dei servizi, ascolto e partecipazione dei cittadini, telemedicina, attenzione ai malati cronici, medicina di prossimità, continuità terapeutica e aderenza: sono tutte parole d'ordine indicate nel DM7 sullo sviluppo del territorio in attuazione degli investimenti del PNRR. La farmacia dei servizi, a lungo attesa, rappresenta uno degli attori di questo sistema che non potrà reggersi solo con risorse già note. C'è necessità di attingere a quanto il territorio è in grado di garantire. La partecipazione allora diventa un must, sia che si tratti di soggetti di advocacy e del terzo settore, sia di attori nella comunità come le farmacie convenzionate. Un'alleanza tra questi due soggetti per avere servizi più vicini e più attenti alle esigenze delle persone è quanto più necessaria».
Un professionista che ispira fiducia
In questo contesto, per il presidente della Fondazione Cannavò Luigi D’Ambrosio Lettieri, «lo storico rapporto fiduciario tra farmacista e cittadino si è ulteriormente consolidato durante l’emergenza pandemica grazie alla presenza continuativa e affidabile che ha confermato la rilevanza del ruolo professionale del farmacista e il valore della prossimità che qualifica la farmacia quale fondamentale presidio polifunzionale della sanità territoriale», ha affermato. «I progressi delle scienze farmaceutiche e biomediche evolvono con grande rapidità e questo impone un costante adeguamento del patrimonio di competenze. In tal senso è davvero lodevole il tempo e l’impegno che la comunità professionale ha dedicato al tema della formazione che mira ad incrementare le competenze scientifiche del farmacista orientando la sua attenzione verso una moderna governance sanitaria, la prevalente territorializzazione dei processi di cura, le attività di prevenzione comprendenti la promozione dei corretti stili di vita e gli screening, la presa in carico del paziente come presupposto per il potenziamento dell’aderenza alle terapie e della gestione della cronicità, l’erogazione di ‘servizi cognitivi’ ad elevato livello di specificità, validati, certificati e standardizzati».
Il contributo alle vaccinazioni
Come già visto durante la pandemia, le vaccinazioni rappresentano uno delle principali ambiti in cui la farmacia dei servizi può dare prova del suo ruolo. Durante il suo intervento, per illustrare il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2023- 2025, approvato definitivamente lo scorso agosto, Carlo Signorelli, ordinario di Igiene all’Università Vita-Salute San Raffaele e Presidente del Gruppo consultivo nazionale sulle vaccinazioni - NITAG ha evidenziato «le novità del Piano che coinvolgono le farmacie nell’offerta vaccinale allargata; infatti, la recente esperienza COVID-19 ha mostrato le potenzialità del coinvolgimento delle farmacie nell’implementazione dell’offerta», ha aggiunto Signorelli. «l’integrazione tra professionisti, in particolare tra medici di medicina generale e farmacisti, deve realizzarsi con modelli che favoriscono dialogo e collaborazione comune su cui raggiungere gli obiettivi sfidanti di una nuova assistenza territoriale», ha commentato il segretario nazionale Fimmg Silvestro Scotti.
«La vaccinazione è un chiaro investimento in prevenzione e come tale va sostenuta, incrementata, diffusa per assicurare ai cittadini un accesso facile ed equo alla prevenzione», ha sottolineato Marco Cossolo, presidente di Federfarma. «In particolare, sarebbe importante ampliare l’offerta dei vaccini somministrabili in farmacia includendo, ad esempio, HPV, herpes zoster e pneumococco, al fine di raggiungere gli obiettivi del Piano nazionale prevenzione vaccinale entro tre anni».