Un nuovo dispositivo per prevenire le ipoglicemie
L’ipoglicemia è una delle principali preoccupazioni di coloro che soffrono di diabete, accompagnata da quella di non poterla prevedere in tempo.
«Quella dell’ipoglicemia, come quella dell’iperglicemia, sono le due estreme espressioni di uno squilibrio del metabolismo del glucosio nel sangue» ricorda Graziano Di Cianni, presidente dell'Associazione medici diabetologi (Amd). L’obiettivo della terapia insulinica è di evitare le ipo e iperglicemie, ma soprattutto di mantenere un controllo glicemico stabile nel tempo, «È molto importante poter monitorare questi livelli - sottolinea Di Cianni - ma lo è ancora di più poterlo fare in continuo per avere un andamento costante in tempo reale ogni cinque minuti ed essere allertati con anticipo se occorre fare dei cambiamenti terapeutici».
L’ipoglicemia è un pensiero costante per la popolazione con diabete, che si stima conti circa 500 milioni di persone nel mondo, 50 in Europa e 3,5 in Italia.
«È ancora più temibile considerato che spesso può essere asintomatica e inavvertita – avverte Riccardo Candido, vicepresidente dell’Amd - e la persona con diabete può quindi non accorgersene». La prevenzione, sostiene Candido, «deve pertanto diventare uno degli obiettivi principali nella terapia del diabete. La possibilità di avvalersi di nuove tecnologie nel monitoraggio in continuo della glicemia che siano in grado di predire il rischio ipoglicemico rappresenta un indubbio vantaggio per le persone con diabete che sono in grado di prendere decisioni anticipate per evitare il verificarsi dell’episodio ipoglicemico con miglioramento della qualità di vita, della gestione della malattia e con una riduzione dei costi».
Un aiuto viene dalla tecnologia. Nei giorni scorsi a Roma è stato preseentato un sistema di monitoraggio in continuo della glicemia (Dexcom G7, distribuito in Italia da Theras).
Avere dispositivi e software che forniscono dati sulle metriche dell’andamento della glicemia, assicura Di Cianni, «sta migliorando l’approccio con i pazienti. C’è un’evoluzione tra la crescente richiesta dei pazienti che vogliono migliorare la qualità di vita e la risposta dei colleghi che vogliono soddisfare questo bisogno fisiologico, psicologico e anche estetico nel rispetto della sostenibilità e della riorganizzazione del sistema».
Oggi le persone che vivono «possono contare su un nuovo sistema che può seguirle nella loro quotidianità e su cui possono fare affidamento per la gestione della loro malattia – dice Filippo Montanari, Marketing Director di Theras - ed è un giorno importante anche per i loro medici, poiché grazie a questa innovazione avranno l’opportunità di poterli curare ancora meglio di prima».