L’Oms dichiara finita la pandemia da Covid-19. Ma raccomanda cautela
In tre anni secondo le stime ufficiali dell'Oms sono morte circa 7 milioni di persone. Ma è la stessa Organizzazione ad ammettere che il numero reale è molto superiore, forse addirittura 20 milioni
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L'emergenza è finita, ma guai ad abbassare la guardia.
La notizia e l'avvertimento arrivano entrambi dall'Organizzazione mondiale della sanità per voce del suo direttore generale, Tedros Ghebreyesus.
Venerdì 5 maggio 2023 può a buon titolo essere definita una data storica, quella dell'annuncio che la pandemia da Covid 19, iniziata ufficialmente il 30 gennaio 2020 quando il direttore generale, accogliendo il parere del Comitato di emergenza alla sua seconda riunione, dichiarò che l'epidemia di Covid-19 era una Public health emergency of international concern (Pheic), vale a dire un'emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale.
Da allora sono trascorsi più di tre anni, durante i quali il virus e le sue mutazioni hanno ucciso, stando alle stime ufficiali dell'Oms, circa 7 milioni di persone. Ma è la stessa Organizzazione ad ammettere che il numero reale è molto superiore, forse addirittura 20 milioni.
Anche questa volta Ghebreyesus ha accolto il parere del Comitato, che il 4 maggio si è riunito per la quindicesima volta e gli ha raccomandato di dichiarare chiusa l'emergenza pandemica.
Ciò non significa però che tutto sia finito, anche se il peggio, per ora, sembra passato.
Se infatti l'emergenza è ufficialmente finita, il declassamento che dovrebbe essere dichiarato il prossimo 20 maggio non impedirà che la malattia continui a mietere vittime nel mondo. Come ricorda lo stesso direttore generale dell'Oms, la scorsa settimana Covid-19 provocava ancora un morto ogni tre minuti, mentre «migliaia di persone in tutto il mondo stanno lottando per la vita nelle unità di Terapia intensiva. E altri milioni continuano a convivere con gli effetti debilitanti della condizione post Covid».
Anche l'Italia, come sappiamo, ha dato il suo tragico contributo: 190 mila vittime in tre anni. E purtroppo muoiono ancora decine e decine di persone: 166 nella settimana tra il 28 aprile e il 4 maggio, secondo l'ultimo bollettino del 5 maggio (erano stati 156 nella settimana precedente).
«Questo virus è qui per restare» avverte Ghebreyesus: «Sta ancora uccidendo e sta ancora cambiando. Permane il rischio che emergano nuove varianti che causino nuove ondate di casi e decessi. La cosa peggiore che qualsiasi Paese potrebbe fare ora», dopo la notizia della fine dell'emergenza, sarebbe di «abbassare la guardia» e «smantellare i sistemi che ha costruito» o mandare alla popolazione «il messaggio che Covid non è nulla di cui preoccuparsi».
«Da oggi – commenta il nostro ministro della Salute, Orazio Schillaci - possiamo dire che l’emergenza sanitaria Covid-19 è alle nostre spalle. Il mio pensiero va innanzitutto ai medici e agli operatori sanitari e sociosanitari che non hanno risparmiato energie per combattere questo incubo globale e alle persone che non ce l’hanno fatta. In loro memoria non dobbiamo dimenticare questa terribile esperienza e dobbiamo rafforzare la ricerca, le strutture sanitarie e l'assistenza territoriale perché non accada mai più niente di simile».