Procreazione assistita: la doppia stimolazione ormonale è una strategia efficace nelle coppie portatrici di malattie genetiche

Lo studio

Procreazione assistita: la doppia stimolazione ormonale è una strategia efficace nelle coppie portatrici di malattie genetiche

di redazione

Aumentare le chance di gravidanza in donne di età materna avanzata o a scarsa prognosi riproduttiva. È una delle opportunità fornite dalla 

doppia stimolazione ormonale effettuata in uno stesso ciclo ovarico, un innovativo protocollo impiegato in sempre più centri di Procreazione medicalmente assistita (PMA). Questa strategia può essere utile anche in coppie fertili ma portatrici di patologie genetiche, che potrebbero essere trasmesse al loro bambino. Lo evidenzia un nuovo studio del gruppo GeneraLife presentato al congresso della Società europea di Riproduzione umana ed embriologia (Eshre), che si tiene a Milano dal 3 al 6 luglio.

Quando una coppia si rivolge a un centro di medicina della riproduzione in quanto portatrice di una mutazione genetica che può essere ereditata dal feto, la tecnologia offre la possibilità di ricorrere all'analisi genetica pre-impianto (PGT) sugli embrioni, una strategia consolidata per identificare le blastocisti non affette dalla patologia. Affiancando a questa tecnica la doppia stimolazione, ha dimostrato il nuovo studio, si possono ottenere più embrioni da analizzare con la PGT in un breve lasso di tempo.

«In queste coppie, il rischio di identificare embrioni trasferibili è minore, proprio per il loro essere portatori di una mutazione genetica e indipendentamente all'età della donna. Abbiamo voluto testare l'utilizzo della doppia stimolazione in queste pazienti. Ed è emerso che questa è stata una strategia efficace», spiega Elisabetta Trabucco, primo autore del lavoro, ginecologa del centro GeneraLife di Napoli. 

Il ricorso al DuoStim, come viene chiamata la doppia stimolazione ormonale, è stato proposto a 90 coppie portatrici sane di malattie monogeniche in 5 anni. 61 hanno accettato (il 70%). «Il 40 per cento di queste coppie, alla fine del trattamento ha ottenuto almeno 1 bambino non affetto dalla patologia e ha ancora embrioni trasferibili per un secondo figlio. Tre di queste coppie hanno già avuto 2 figli. Nelle pazienti che hanno preferito un protocollo di stimolazione convenzionale, la gravidanza è stata ottenuta nel 21 per cento dei casi (3 volte di meno), nessuna ha embrioni in surplus e nessuna ha ottenuto due gravidanze. Ne emerge che la doppia stimolazione può essere estremamente utile anche in pazienti portatori di malattie genetiche», ha spiegato Trabucco.